Bonus latte artificiale 2023: ecco chi può richiederlo
Anche per quest’anno è tornato in vigore il bonus latte artificiale, uno speciale bonus dedicato alle madri che hanno bisogno di acquistare questo alimento per i loro bambini. Vediamo in questo articolo che cos’è e a quanto ammonta il bonus latte artificiale.
Quando arriva un bambino le spese da sostenere per le neo-mamme sono tante, e sicuramente il latte artificiale è una spesa davvero difficile da sostenere per i neo genitori. Per questo motivo lo stato italiano ha messo a disposizione dei cittadini un bonus extra che consiste in un aiuto economico che può arrivare fino a 400€.
Si tratta di un sussidio molto impostante che viene dato alle famiglie fino al compimento del sesto mese del bambino. Con l’inflazione che avanza del resto è già difficile provvedere ai normali bisogni di una famiglia, e la nascita di un bambino comporta moltissime spese, che lo stato vuole cercare di tamponare con vari bonus per le famiglie.
Questo bonus era stato introdotto con la Legge di Bilancio 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160), e ora è stato riproposto anche per il 2023. Il bonus vale per quelle famiglie che per via di determinate patologie o condizioni non possono allattare al seno. Tuttavia vi sono alcuni specifici requisiti che devono essere soddisfatti per poter rientrare nel bonus: vediamo insieme di che cosa si tratta.
Bonus latte artificiale: ecco a quanto ammonta per il 2023
Per poter richiedere questo bonus bisogna avere un ISEE inferiore ai 30mila euro annui e dimostrare che sussistono alcuni impedimenti all’allattamento, sia momentanei che permanenti.
Possono richiedere il bonus le donne che rientrano nelle seguenti condizioni: sindrome di Sheehan, alattogenesi ereditaria, ipotrofia bilaterale della ghiandola mammaria o seno tubulare, mastectomia bilaterale e infezione da HTLV 1 e 2, o in caso la madre del bambino sia venuta a mancare.
Invece le patologie temporanee per cui il bonus è valido sono: infezioni da HCV con lesione sanguinante del capezzolo, HSV con lesione erpetica sul seno o capezzolo o infezione ricorrente da streptococco di gruppo B, lesione luetica sul seno, tubercolosi bacillifera non trattata, mastite tubercolare, infezione da virus varicella zoster, esecuzione di scintigrafia.
Possono anche chiederlo le donne che non possono allattare per via dell’assunzione di droghe (escluso il metadone), alcolismo e che assumono farmaci controindicati.