Finanza sostenibile: la Sec a caccia del Greenwashing

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale

Continuano le controversie legate al mondo della finanza sostenibile, in particolare è sempre più sotto la lente d’ingrandimento il fenomeno del Greenwashing. La Sec, la Consob statunitense, è scesa in campo per identificare le aziende che truffano il sistema.

Sostenibile

Il fenomeno degli investimenti sostenibili, ossia quelli che utilizzano come criterio principale i fattori ESG, Enviromental Social and Governance, sono in ampia diffusione. Allo stesso tempo è in crescita però il fenomeno del Greenwashing, testualmente dare una apparente pennellata di verde agli asset facendoli passare per sostenibili, quando in realtà non lo sono.

E’ stato stimato che la crescita degli investimenti secondo Bloomberg, raggiungerà quota 53 trilioni di dollari già entro il 2025. La Sec ha in piano di modificare e semplificare per gli investitori il riconoscimento di tali asset: approfondiamo la questione.

ESG: le novità della Sec

Ecologia

La Sec, Security and Exchange Commission, è la relativa Consob italiana presente negli USA. Il suo compito è quello di garantire la sicurezza delle operazioni effettuate nei mercati. L’interesse verso i criteri ESG non è di recente avvenimento: infatti risale ad oltre un anno fa l’indagine effettuata contro Deutsche Bank, accusata di Greenwashing.

Le modifiche ai regolamenti proposte dalla Sec, avranno come obiettivo quello di promuovere informazioni coerenti, comparabili ed affidabili per gli investitori che vogliono adottare fattori ESG come strategia di investimento.

Investimenti ESG: cosa propone la Sec?

finanza borse

Vediamo ora nel dettaglio cosa propone la Sec per raggiungere i nuovi obiettivi di identificazione del Greenwashing. La prima novità riguarda la così detta Name Rule ossia, gli strumenti d’investimento che richiamano una determinata strategia o settore di mercato, non potranno utilizzare il nome di questa a meno che non vi investono almeno l’80% della propria attività.

La seconda proposta segue molto quanto effettuato in UE con la normativa Sfdr, operativa in materia di informazioni sulle strategie ESG. In particolare dovranno essere fornite informazioni circa la modalità di calcolo e misurazione delle strategie adottate, in modo da rendere l’investitore conscio al 100% su ciò in cui sta investendo.