Opzione donna, è ancora valida? Ecco chi ne ha diritto
Negli ultimi mesi si è molto discusso di Opzione donna, che dà la possibilità alle donne di andare in pensione in anticipo. Ma con la nuove legge di bilancio 2023 ci sono stati diversi cambiamenti in merito a questa normativa. Vediamo insieme quali sono oggi i requisiti per ottenerla.
Opzione donna, a seguito degli interventi previsti nella Legge di Bilancio 2023, ha subito diverse modifiche. Opzione donna resta valida per le donne di 58 anni, con 35 anni di contributi e la disoccupazione imposta dall’azienda in crisi. Inoltre vale anche per le lavoratrici caregiver e invalide con almeno 2 figli. Per chi ha un solo figlio è possibile accedere all’agevolazione a 59 anni mentre le donne senza figli potranno andare in pensione a 60.
Inoltre Opzione Donna 2023 vale per le lavoratrici che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado che sia convivente. Questi soggetti citati devono essere portatori di handicap in situazione di gravità secondo l’articolo 3, comma 3, della legge numero 104 del 5 febbraio 1992. Valgono anche i parenti e gli affini di secondo grado conviventi se i genitori o il coniuge del soggetto in questione hanno più di settanta anni d’età, abbiano delle patologie invalidanti o siano deceduti.
Sono incluse nella misura poi anche le donne che hanno subito una riduzione della capacità lavorativa uguale o maggiore del 74%. Infine vale anche per le lavoratrici dipendenti che sono state licenziate dalle imprese per via di problemi economici dell’azienda.
Opzione donna, a quanto ammonterà ora la pensione

Opzione Donna spetta alle lavoratrici dipendenti dodici mesi dopo aver maturato i requisiti richiesti e a quelle autonome dopo diciotto mesi. Per le donne del comparto scuola e AFAM (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) il trattamento pensionistico può essere conseguito dall’1 settembre e dall’1 novembre del 2023.
La domanda va fatto attraverso il portale dell’INPS, attraverso il patronato oppure tramite il sito web dell’ente accedendo con le proprie credenziali Spid oppure con CNS, la carta nazionale dei servizi. Una volta fatta la domanda vanno allegato i documenti necessari per attestare lo stato di cui si dichiara di fare parte.
Il requisito della convivenza viene verificato d’ufficio ma eventualmente si può produrre una dichiarazione sostitutiva ai sensi del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445.