Pensioni minime a rischio: le novità della riforma
Brutte notizie sul fronte pensioni per i contribuenti italiani: pare che tante novità positive che avrebbero dovute essere presto introdotte con le nuove riforme siano seriamente a rischio di saltare. Addio quindi alle pensioni minime? Facciamo il punto in questo articolo.
Pensioni, salta tutto? Se il governo negli ultimi mesi parlava di tante novità positive in arrivo sembra che ora stia per saltare tutto. Se la legge di Bilancio 2023 avrebbe dovuto introdurre alcuni dei nodi cruciali sulle pensioni di cui tanto si discute, come pensione minima a mille euro, Opzione donna e quota 41, sembra che stia saltando tutto.
Maurizio Landini – segretario generale di Cgil – sottolinea la gravità della mancanza di risposte da parte dell’Esecutivo. Sul tavolo delle discussioni sembra essere caduta in secondo piano la famosa astensione di Quota 41, ma anche la conferma di Opzione donna non sembra alle porte, tanto meno la riforma per le pensioni minime a mille euro che gli italiani aspettavano intensamente.
Nessuna novità quindi in vista per il prossimo anno? Qualche questione sul tavolo del governo c’è, ma con grande delusione delle aspettative dei contribuenti italiani.
Pensioni minime a 1.000 euro: per adesso sono in sospeso
E’ stato il Movimento 5 Stelle di recente a presentare una mozione al governo per raggiungere la quota pensionistica minima a 1.000 euro il prima possibile. Eppure le risposte e le chiarezze sembrano ancora lontane, e per ora sembra che il governo non abbia interesse ad alzare la soglia minima dei 600 euro.
Ci si chiede perciò che cosa potrà succedere con la legge di Bilancio 2024: per quanto riguarda le pensioni minime il governo punta alla rivalutazione straordinaria dall’1,5% al 2,7%, per gli over 75 si punta solo al ben poco ambizioso obiettivo dell’aumento fino a 600 euro come già fatto nel 2023.
Pare però ci sia qualche novità per quanto riguarda invece Opzione donna, la misura sulla pensione in anticipo inserita dalla legge Fornero. Il cambiamento dovrebbe riguardare i requisiti di accesso alla misura, i quali dovrebbero diventare meno restrittivi rispetto a quelli introdotti dalla legge di Bilancio 2023 quando Opzione donna era riservato solo a invalide, caregiver e lavoratrici licenziate.