Pensioni, nuova riforma: cosa cambia alla scadenza di Quota 103
Da Palazzo Chigi in queste ore si lavora a un cambio di direzione per quanto riguarda le pensioni. Dopo la riforma del fisco, i sindacati incontrano il governo e si parla dei cambiamenti da introdurre, come pensioni minime e quota 41. Ecco che cos’ previsto.

Dopo la riforma del fisco arriva un altro importante cambiamento all’orizzonte. I sindacati vanno a Palazzo Chigi per discutere con il governo sulla riforma delle pensioni. La presidente Giorgia Meloni però frena: la legge di Bilancio mostra chiaramente che non ci sono fondi per una riforma sulle pensioni.
Ci pensa però il ministero del Lavoro che si è detto pronto a istituire un osservatorio sulla spesa previdenziale che avrà il compito di “mappare tutta la spesa e valutare gli effetti di determinati provvedimenti”: insomma, la riforma sulle pensioni dovrebbe esserci, eccome.
La domanda che tutti si fanno è come il governo vorrà procedere alla scadenza di Quota 103. Molto probabilmente, anche se governo e sindacati saranno al lavoro anche nel mese di giugno, la riforma arriverà solo il prossimo anno. Per ora quindi la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a partire da 62 di età potrebbe restare l’unica opzione dell’anno in corso,
Pensioni: sindacati a Palazzo Chigi per discutere della riforma sulle pensioni
Cosa aspettarsi per il “dopo Quota 103”? Lega e Fratelli d’Italia si dicono intenzionati ad affrontare due nodi centrali: rafforzare ulteriormente le pensioni minime e le pensioni di invalidità. Con l’attuale sistema di pensioni i più svantaggiati sono i giovani, di cui il 28% con una retribuzione lorda sotto i 20mila euro l’anno e le donne che riceveranno un assegno del 30% in meno rispetto agli uomini.
Ma la Corte dei Conti preme per mettere un freno alle varie Quote, ritenute troppo costose. I fondi mancano, e a pagarne le spese sono appunto soprattutto le donne e i giovani lavoratori. In ogni caso la riforma probabilmente non ci sarà neanche quest’anno.
Altra questione ancora aperta per il 2024 e molto spinosa riguarda Opzione donna, oggi limitata a caregiver, lavoratrici con disabilità e coloro che sono state licenziate dalle aziende in crisi. Sul tema il governo non si è ancora espresso.