Tassa extraprofitti banche: cosa succede ai mutui?

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale
10/08/2023

Il governo Meloni ha optato per inserire a tutti i costi il nuovo decreto che prevede la tassazione degli extra-profitti per le banche. Questo metodo consentirà di avere un rientro maggiore, ma potrebbe avere dei risvolti negativi per i cittadini, in particolare quelli con mutui. Approfondiamo insieme la questione nel seguente articolo.

Tassa extraprofitti banche: cosa succede ai mutui?

Il governo Meloni ha reso noto il metodo studiato per riuscire a rafforzare la situazione delle casse dello Stato. Si tratta di una tassa una tantum per quelli che sono gli extraprofitti delle banche italiane. Una mossa che sta facendo molto discutere e che potrebbe avere serie ripercussioni non soltanto sul fronte degli investitori.

Extra-profitti: di cosa si tratta?

Tassa extraprofitti banche: cosa succede ai mutui?

Approfondiamo in primis cosa sono gli extra-profitti e come sono regolamentati attualmente. Con l’espressione extraprofitti si intende una crescita improvvisa degli utili, generata nella maggior parte dei casi da eventi straordinari. Non si fa riferimento, dunque, a meriti aziendali. Questo è ad esempio il caso delle banche dopo l‘aumento dei tassi d’interesse.

Tasse su extraprofitti: cosa vuole fare il governo?

Il governo Meloni ha deciso di inserire una nuova tassa sugli extraprofitti delle banche, proprio per aumentare le entrate dello Stato a seguito degli utili in aumento post aumento dei tassi. Così facendo, i cittadini rischiano però di avere dei problemi a seguito dei mutui in possesso.

Extraprofitti: cosa può accadere ai mutui?

Come potrebbe incidere la nuova tassazione sugli extraprofitti sui mutui? Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, infatti, le nuove norme potrebbero far aumentare il costo dei mutui di nuova accensione.

Di quanto potrebbero aumentare?

Tassa extraprofitti banche: cosa succede ai mutui?

La previsione è un aumento dei mutui dello 0,5% del costo dei prestiti delle imprese e dei nuovi mutui. C’è però una notizia positiva in questo scenario. Qualora le banche decidessero di operare come detto, ovvero rifacendosi sulla clientela, è certo che la tassa voluta dal governo non andrà a impattare i mutui in essere, neanche quelli a tasso variabile.