Tassi d’interesse: quanto costeranno gli aumenti alle imprese?
Gli aumenti dei tassi d’interesse voluti da BCE stanno influendo in maniera pesante sui conti degli italiani, in particolare per coloro che hanno mutui a tasso variabile e non fisso. A risentirne pesantemente saranno anche le aziende: si stima infatti che l’aumento dei tassi costerà circa 15 miliardi in più. Approfondiamo insieme la questione.
Aumentare i tassi d’interesse è una delle mosse più ovvie per frenare la corsa dell’inflazione, che nel 2022 si è attesta a più del 10%. L’aumento dei prezzi può essere mitigato facendo ridurre il denaro in circolazione, andando ad aumentare gli interessi da far pagare. Questa mossa lascia però dietro una lunga scia di famiglie ed imprese che faranno fatica a pagare i propri debiti, in particolare i mutui.
Si calcola che solamente per le imprese l‘aumento dei tassi comporterà un aumento della spesa di circa 15 miliardi di euro.
Tassi d’interesse: quali sono le regioni più colpite?
Ad essere duramente colpite dall’aumento dei tassi d’interesse saranno le regioni ove vi è più produttività, come ad esempio la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Veneto e il Piemonte. Quasi 2/3 dei 15 miliardi di maggiore costo del denaro che le aziende dovranno farsi carico l’anno prossimo saranno riconducibili alle imprese del Nord.
Gli aumenti chiaramente avranno degli impatti anche sulle famiglie, andando a frenare la crescita economica dell’Italia, che si dovrebbe attestare sullo 0,3-0,4%.
Tassi d’interesse: l’impatto sui prestiti
L’impatto degli aumenti sarà forte e tangibile in particolare sui prestiti delle banche alle famiglie, su tutti mutui e leasing. Secondo le ultime stime elaborate da E&Y, in Italia i prestiti bancari complessivi sono destinati a scendere dell’1,8 per cento. La contrazione dei prestiti sarà uguale per tutti i segmenti creditizi, indistintamente.
Milano sarà la provincia italiana più penalizzata da tale aumento, visto che si tratta del più grande polo industriale e finanziario d’Italia. Seguono le province di Roma con 1,4 miliardi, Torino con 567,5 milioni di euro, Brescia con 524,3 milioni e Bologna con 403,9 milioni di euro.