Tassi: il crollo SVB cambia le idee di BCE e FED?
Il crollo della banca della Silicon Valley sta avendo importanti effetti sui mercati globali. Si tratta della seconda crisi bancaria più grande degli anni 2000, seconda solo a Lehman Brothers. Quali saranno le conseguenze sulle politiche monetarie delle banche centrali?
Quando fallisce una banca della portata della SVB, come insegnato dalla crisi del 2008, iniziano subito le misure di contenimento della crisi da parte della FED e anche di BCE. Questi nuovi impegni potrebbero distogliere l’attenzione di queste banche dalla questione tassi d’interesse. Approfondiamo la questione cercando di capire cosa succederà.
SVB: nuova crisi globale?
Quello che gli addetti ai lavori vogliono assolutamente scongiurare è che il crack della Silicon Valley Bank possa essere la miccia per avviare una nuova crisi globale, come accadde nel 2008. Il presidente Biden ha dichiarato che gli americani devono stare tranquilli in quanto i loro depositi sono al sicuro. La FED è subito intervenuta andando a garantire il rimborso dei depositi degli americano presso la SVB.
Crack SVB: bruciati 291 miliardi
Le borse hanno reagito istantaneamente al crack della banca californiana, andando a bruciare in poche ore qualcosa come 291 miliardi di euro. A risentirne particolarmente è stata Piazza Affari, che ha perso il 4%, bruciando circa 4 miliardi di euro.
Borse: crolli dopo il fallimento SVB
La delicata questione dei mercati internazionali sta facendo preoccupare e non poco le banche centrali, che hanno il compito di vigilare sui mercati. Nel fare questo è logico che alcune linee precedentemente tracciate dovranno subire modifiche, onde evitare che la crisi si propaghi e abbia effetti dannosi nel tempo.
Fed e BCE: stop all’aumento dei tassi?
Tra le possibili opzioni vi è quella per le due banche centrali più grandi ed influenti di interrompere l’aumento dei tassi d’interesse. Politiche eccessivamente restrittive in presenza di un fallimento bancario, hanno portato alla Grande Recessione a seguire del 2008. Goldman Sachs stima che il rialzo dei tassi della Fed abbia probabilità del 66%.