Lavoro: mancano 70 mila infermieri
Continua la crisi del settore ospedaliero: stando alle stime più recenti sono oltre 70 mila gli infermieri mancanti negli ospedali italiani. Tale mancanza sta creando disagi per i pazienti che non riescono ad avere il trattamento garantito dall’eccellente sistema sanitario italiano. Approfondiamo insieme la questione.
In Italia mancano gli infermieri: questo è l’allarme lanciato dalla Sanità italiana. Il tema era alla luce del giorno già nel periodo cruciale della pandemia, dove molte strutture ospedaliere lamentavano carenza di personale, dunque urge attuare politiche ad hoc per attirare giovani. Ma quali sono le motivazioni di così poco appeal per il settore dell’infermieristica?
Approfondiamo la questione insieme nel seguente articolo.
Sanità: allarme del governo per la carenza degli infermieri
L’allarme sulla carenza degli infermieri è stato lanciato dal governo già nel periodo della pandemia, dove molte strutture ospedaliere erano vicine al collasso a causa della sovrabbondanza di pazienti da curare. L’associazione degli infermieri conta ad oggi 460 mila presenti, che stanno richiedendo un cambio di passo al governo per aumentare l’appeal del settore.
Le principali problematiche sono la scarsa remunerazione che viene garantita agli infermieri assieme alle condizioni precarie in cui si trovano i lavoratori. L’Italia si trova al 25esimo posto dei paesi Ocse per remunerazione mensile, con 1700 euro di media al mese.
Infermieri: dove mancano di più in Italia?
Vediamo ora dove mancano principalmente gli infermieri in Italia. Secondo le stime Fnopi gli infermieri mancanti in Italia sono 70 mila, così divisi: il 45% al Nord, il 20% al Centro e il 35% al Sud. Il rapporto abitanti infermieri è di 5,5, mentre la media dei paesi Ocse si aggira intorno ai 8,8. Questi numeri rappresentano al meglio la drammaticità della situazione in Italia.
Urge attuare delle politiche ad hoc per dare un cambio di marcia al settore. In primis va fatto qualcosa per aumentare gli stipendi, che come detto sono molto bassi rispetto alla media dei paesi Ocse.