Si possono licenziare i neo papà?
Arriva una grande notizia sul tema lavoro: il congedo di paternità diventa obbligatorio a regime per i lavoratori, in più sarò impossibile procedere con il licenziamento fino a quando il figlio avrà un anno di età. Le novità però non finiscono qui: vediamo quali sono nel seguente articolo.
I padri lavoratori avranno molte più tutele legate al mondo del lavoro. Tra queste le principali sono l’obbligo di usufruire del congedo di paternità a regime e l’impossibilità del licenziamento fino a quanto il figlio ha un anno di età. Tali novità sono state introdotte con il decreto legislativo 105/2022, che ha recepito in Italia la direttiva Ue 2019/1158 sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e per i prestatori di assistenza.
Lavoro: no licenziamento per i neo-papà
Grandi novità sul fronte lavoro: viene infatti introdotta una particolare forma di tutela, che riguarda lo stop al licenziamento dei padri che hanno un figlio al di sotto dell’anno di età. Ogni atto che va contro tale previsione viene considerato nullo. Vi sono però dei casi in cui questa nuova legge non si applica.
Si tratta in particolare di: colpa grave del lavoratore, cessazione dell’attività dell’impresa, ultimazione della prestazione per la quale il lavoratore è stato assunto, risoluzione del rapporto di lavoro per la scadenza del termine apposto al contratto individuale di lavoro, esito negativo della prova.
Lavoro: il congedo parentale diventa obbligatorio
Il congedo parentale è divenuto obbligatorio a regime per i neo papà: questi avranno il diritto di astenersi dal lavoro per 10 giorni nei due mesi che precedono la data presunta di parto e il quinto mese successivo alla nascita. Qualora il parto dovesse essere plurimo, i giorni di congedo passano da 10 a 20.
Per poterlo utilizzare, il neo-papà deve darne comunicazione scritta al datore di lavoro con un preavviso di almeno cinque giorni lavorativi.