I modelli comunicativi nel marketing di relazione

Luca Paolucci
  • Laurea in Economia e Management
  • Laureato in Management Internazionale

12L’importanza della comunicazione è cruciale. Spesso molte aziende si rifanno a modelli ormai obsoleti, che finiscono con l’allontanare chi si cerca invece di contattare. Ecco alcuni semplici suggerimenti per evitare che ciò accada.

I modelli comunicativi nel marketing di relazione (PRONTO)

Per un corretto approccio relazionale (e quindi nel pieno rispetto del marketing di relazione) è indispensabile perdere quelle forme comunicative tipiche di una certa letteratura industriale ed imprenditoriale che, nata negli anni Settanta, si protrae mestamente, in molti casi, ancora sino ad oggi.

È necessario smettere quelle forme espressive stereotipate che appaiono nelle presentazioni così come nelle brochures, nei siti Web ma anche nelle offerte commerciali, in cui si tende a parlare in terza persona della propria azienda o di se stessi.

Viceversa, il rischio è quello di allontanare potenziali clienti. Vediamo perché.

Marketing relazionale: l’importanza del linguaggio one to one

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Le forme comunicative in terza persona contribuiscono ad allontanare le aziende dal mercato target, che d’altro canto presta attenzione a chi utilizza modalità molto più dirette, ammira chi ha la capacità di mettersi in gioco in prima persona e dà ascolto a quelle aziende che semplicemente prediligono un linguaggio one to one.

Non un linguaggio misero o spoglio, né troppo sintetico o schematico, piuttosto una sorta di narrazione epistolare (letteraria, così come si scrive ad un amico), qualche cosa che abbia la capacità di attrarre l’attenzione, che ci faccia sentire partecipi e capire che dall’altra parte ci sono persone come noi, uguali a noi, che possono relazionarsi ed entrare in empatia.

Marketing relazionale: alcuni consigli

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Forse il primo passo è proprio quello di togliersi di dosso una certa sacralità imprenditoriale, ricordarsi che le aziende sono fatte di persone e come tali dovrebbero agire e comunicare. Certo, persone che utilizzano un modello comunicativo univoco, coerente e strategico, ma che parlano un linguaggio diretto e mirano all’anima ed al cuore di chi è in ascolto.

Ed allora andrebbero totalmente riviste pagine e pagine di comunicazione aziendale, rifatte presentazioni ed offerte commerciali, ripensate le modalità ed i modelli comunicativi? Assolutamente sì.

Se il mercato si è evoluto non lo è stato solo per quello che riguarda il prodotto/servizio ma soprattutto per ciò che concerne i modelli comunicativi ed aggregativi, per gli approcci relazionali e per il senso di appartenenza.

Ed il sogno o miraggio di molte aziende di diventare “l’idolo” del proprio cliente può prendere vita soltanto con l’attivazione o la riattivazione di una comunicazione spontanea, personale, pura e semplice.