Riforma delle pensioni: chi potrà accedervi a 60 anni?

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura

Il governo italiano si confronta con una serie di questioni cruciali relative alle pensioni e sta discutendo con i sindacati per esaminare nuove soluzioni. La prospettiva di introdurre le quote pensionistiche nel 2024 è in corso, insieme alla possibilità di reintrodurre la Quota 96.

Riforma delle pensioni: chi potrà accedervi a 60 anni?

Il governo italiano sta affrontando diverse questioni riguardanti il sistema pensionistico, tra cui la riforma complessiva, le quote di accesso al pensionamento e le misure per il pensionamento anticipato. Ieri, 26 luglio, si è tenuto un incontro tra il governo e i sindacati per discutere e valutare possibili novità e cambiamenti in merito a queste tematiche.

Quota pensionistiche e legge Fornero

Riforma delle pensioni: chi potrà accedervi a 60 anni?

Nel 2024 è prevista l’introduzione delle quote pensionistiche, ma prima sarà necessario abrogare la legge Fornero. I sindacati hanno richiesto maggiore flessibilità e la possibilità di andare in pensione al sessantaduesimo anno di età.

La Quota 103 permette l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età, con la prospettiva di una possibile proroga oltre il 31 dicembre 2023. Al contrario, la Quota 41 è stata eliminata dal Def di aprile.

Il governo mira a consentire l‘uscita anticipata con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età, ma sta considerando le coperture finanziarie poiché il costo sarebbe elevato. La Lega propone di implementare questa opzione attraverso un ricalcolo contributivo dell’assegno, che comporterebbe una riduzione fino al 15%.

Possibile reintroduzione della Quota 96

C’è la possibilità di ripristinare la Quota 96, precedentemente eliminata dalla legge Fornero. Questa misura mira a offrire maggiore flessibilità nell’uscita dal lavoro per i lavoratori impegnati in attività usuranti e gravose. Si prevede che il pensionamento possa avvenire a 61 o 60 anni di età e con 35 anni di contributi. Tuttavia, il governo dovrà effettuare una valutazione accurata delle risorse finanziarie disponibili per attuare questa proposta.

I numeri del 2023

L’Osservatorio Inps riporta che nel primo semestre del 2023 sono state erogate 370.136 nuove pensioni, registrando una diminuzione del 16,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel 2022, il totale dei nuovi pensionamenti era di 853.842, con un importo medio mensile di 1.180 euro alla decorrenza. Nel primo semestre del 2023, l’importo medio delle nuove pensioni è sceso a 1.168 euro.

Richiesta di pensione di garanzia per i giovani

I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl stanno chiedendo l’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani al fine di proteggerli da assegni previdenziali insufficienti a causa di carriere lavorative discontinue e precariato.

Questo tipo di pensione era presente nel sistema retributivo precedente al 1995, offrendo un’indennità integrativa per coloro che ricevevano assegni ridotti, con uno stanziamento da parte dello Stato per raggiungere un livello minimo.

I sindacati ora vogliono una pensione contributiva di garanzia, basata sul numero di anni di lavoro e contributi versati, considerando anche periodi di disoccupazione, formazione e basse retribuzioni, al fine di garantire a tutti un assegno pensionistico dignitoso, con il supporto della fiscalità generale.