Assegno unico 2022: può essere richiesto in stato di gravidanza?
La domanda per ottenere l’assegno unico universale può essere presentata entro il 28 Febbraio 2022, ma solo per alcuni beneficiari che sono in possesso di determinati requisiti. Ci si interroga se anche le donne in stato di gravidanza possono richiederlo: approfondiamo insieme la questione!
Dal 1° Marzo 2022 è in arrivo l’assegno unico universale, la nuova tipologia di assegno unico per i figli che andrà ad accogliere gran parte dei bonus famiglia. Le domande potranno essere presentate fino al 28 Febbraio 2022, ma non per tutti sarà possibile effettuarla. Tra le categorie più in dubbio, vi è quella delle donne incinte: cosa prevede la normativa a riguardo?
Analizziamo insieme la questione nei prossimi paragrafi.
Assegno unico 2022: può essere richiesto dalle donne in gravidanza?
Vediamo cosa prevede la normativa dell’assegno unico universale in materia di domande effettuate da donne in stato di gravidanza. Per i neonati l’assegno inizia a decorrere dopo il settimo mese di gravidanza, mentre per quanto riguarda la domanda questa potrà essere presentata solo dopo la nascita.
Ciò in quanto è necessario il codice fiscale del bambino come membro del nucleo familiare. A partire dalla prima mensilità dell’assegno, saranno somministrati anche gli arretrati maturati negli ultimi due mesi della gravidanza. Si ricorda che l’assegno unico non è compatibile con il premio alla nascita.
Assegno unico 2022: ecco quando verrà pagato
Vediamo quando verranno pagate le somme spettanti per coloro che hanno presentato domanda. Chi ha completato la richiesta entro i mesi di Gennaio o Febbraio l’erogazione avverrà a partire dalla seconda settimana di Marzo 2022. Attenzione però ai ritardatari: coloro che presenteranno domanda entro Giugno 2022, le somme spettanti inizieranno a decorrere da Marzo 2022.
L’assegno unico inoltre, come ricorda l’INPS, spetterà a tutti i nuclei familiari indistintamente dalla classe sociale, dal reddito o dall’occupazione. Si può essere infatti:
- lavoratori dipendenti;
- lavoratori autonomi;
- pensionati;
- non occupati;
- disoccupati;
- percettori di reddito di cittadinanza.