Assegno unico 2023: come e quando richiedere il rinnovo

Luca Paolucci
  • Laurea in Economia e Management
  • Laureato in Management Internazionale
05/02/2023

Assegno unico: quando bisogna presentare la domanda di rinnovo? La normativa in vigore definisce specifici casi in cui i nuclei beneficiari devono provvedere a ripresentare la domanda per ottenere il sussidio. Vediamo tutti i dettagli nel seguente articolo.

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Quando bisogna richiedere il rinnovo dell’Assegno unico? Nel caso in cui si verifichi la variazione di alcuni parametri, come il numero di figli o una modifica dell’ISEE, i soggetti beneficiari sono obbligati a presentare la domanda di rinnovo del sussidio.

Vediamo nel dettaglio come funziona.

Rinnovo assegno unico: quando va fatto?

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Il rinnovo dell’Assegno unico 2023 va effettuato nel caso in cui si rilevi una variazione dei seguenti parametri:

  • numero di figli a carico;
  • raggiungimento dell’età che esclude il figlio dall’accesso all’assegno unico (22 anni);
  • modifica dell’ISEE che fa rientrare in una fascia differente rispetto l’anno precedente.

Per i nuclei familiari che che non hanno variazioni rispetto ai parametri suddetti è sufficiente aggiornare l’ISEE entro il 28 febbraio del 2023.

Ricordiamo che, dal mese di marzo 2023, per tutti i beneficiari intenzionati ad ottenere l’assegno comprensivo delle nuove maggiorazioni sarà necessario presentare una nuova attestazione ISEE. In assenza della certificazione correttamente attestata, l’importo dell’assegno unico sarà calcolato con riferimento ai valori minimi previsti.

Rinnovo assegno unico: la procedura

La domanda di rinnovo dell’assegno unico può essere inviata tramite uno dei seguenti canali:

  • portale web dell’INPS, previa autenticazione con SPID, CIE, CNS;
  • Contact Center Integrato dell’Istituto;
  • servizi offerti dagli Istituti di Patronato;
  • applicazione mobile INPS.

Assegno unico 2023: come viene pagato

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Al momento della domanda di rinnovo è possibile indicare la modalità di pagamento dell’Assegno unico scegliendo tra una delle seguenti:

  • conto corrente bancario;
  • conto corrente postale;
  • carta di credito o di debito dotata di codice IBAN;
  • libretto di risparmio dotato di codice IBAN;
  • accredito sulla carta per i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza;
  • in contanti presso uno degli sportelli postali del territorio italiano;
  • accredito su uno strumento di riscossione dotato di codice International Bank Account Number (IBAN), aperto presso prestatori di servizi di pagamento operanti in uno dei Paesi dell’aerea SEPA (Single Euro Payments Area).