Assegno Unico: quando verrà pagato a Giugno 2023?
Anche nel mese di Giugno c’è curiosità per quanto riguarda le date di pagamento dell’assegno unico 2023. Le date in cui avverranno gli accrediti saranno rese note come di consueto. Cerchiamo di andare nel dettaglio della vicenda insieme nel seguente articolo.
Vediamo le prossime date di pagamento dell’Assegno Unico per quanto riguarda il mese di Giugno 2023. Nel seguente articolo vi proponiamo delle modalità per cercare di capire come vedere chi otterrà gli assegni in questione e quando. Approfondiamo insieme la questione nei prossimi paragrafi.
Assegno Unico: quando verrà pagato?
Vediamo nel dettaglio quando verrà pagato l’Assegno Unico 2023. Per coloro che attendono la mensilità di Giugno 2023, i prossimi pagamenti dell’Assegno Unico sono previsti la settimana prossima, esattamente nelle giornate del 19, 20, 22 e il 23 giugno 2023. Se invece si attende l’Assegno Universale di maggio 2023 sul Reddito di Cittadinanza, i prossimi pagamenti sono previsti dal 28 al 30 giugno 2023. Queste sono le date rese note dagli enti erogatori del beneficio.
Date di pagamento: come controllare?
Vediamo in che modo è possibile controllare le date di pagamento dell’assegno unico per il mese di Giugno 2023. Per visualizzare le date è sufficiente accedere al sito INPS e avere l’identità digitale per accedervi. Sono necessari infatti:
- Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale),
- Cie (Carta Nazionale dei Servizi),
- o Cns (Carta di Identità Elettronica).
Come controllare che l’assegno unico sia effettivamente in pagamento?
Per verificare che l’assegno unico stia effettivamente per essere pagato, è necessario accedere al “fascicolo previdenziale del cittadino” dal sito dell’INPS. Da lì, clicca su “Prestazioni” e poi su “Pagamenti”. Scegli infine l’anno di riferimento, per esempio “2023”.
E il Reddito di Cittadinanza: chi non lo riceverà?
Vediamo chi non sarà beneficiario del Reddito di Cittadinanza nel mese di Giugno 2023. Si tratta di coloro che hanno le seguenti specifiche:
- Non aver effettuato la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID).
- Non aver sottoscritto il Patto per il lavoro o quello per l’inclusione sociale.
- Non aver partecipato alle iniziative di formazione e reinserimento lavorativo.
- Non aver aderito ai progetti utili alla collettività.
- Non aver comunicato la variazione occupazionale.
- Aver dichiarato informazioni false.
- Non aver aggiornato l’Isee in caso di variazione del nucleo familiare.
- Essere stato trovato a svolgere un’attività lavorativa non dichiarata.
- Non aver accettato la prima offerta di lavoro congrua.