Bitcoin: JP Morgan lancia l’allarme
JP Morgan allerta i propri clienti di private banking sull’utilizzo del Bitcoin come riserva di valore. L’asset è sicuramente utile per diversificare il portafoglio ma attenzione alla sua volatilità: il riparo per eccellenza rimane comunque l’oro. Ma quanto vale realmente la criptovaluta?
JP Morgan ha inviato ai suoi clienti di private banking un report incentrato sul Bitcoin e sui rischi e le opportunità di investimento nelle criptovalute.
Secondo la banca statunitense, il Bitcoin è sicuramente un asset importante per diversificare il portafoglio, ma la sua altissima volatilità lo rende ancora distante dal bene rifugio per eccellenza: l’oro.
Nel report, JP Morgan cerca anche di presentare ai propri clienti una panoramica sul valore del Bitcoin, utilizzando tre metriche differenti. Vediamole insieme.
JP Morgan: quanto vale il Bitcoin?
JP Morgan ha da poco pubblicato un report rivolto ai suoi clienti di private banking. Al suo interno, gli analisti della più grande banca al mondo per capitalizzazione di mercato mettono all’erta gli investitori sull’utilizzo ottimale del Bitcoin, che negli ultimi tempi sta attirando sempre più attenzioni come destinazione dei capitali in cerca di riparo.
A tal proposito, JP Morgan afferma che Bitcoin rappresenta certamente un asset valido per diversificare il portafoglio, ma la sua elevata volatilità lo pone ancora dietro al bene rifugio per eccellenza: l’oro.
Oltre ad affermare ciò, la banca statunitense inserisce nel report anche una panoramica sul valore del Bitcoin basata su tre diverse metriche:
- Il valore dell’oro; collegando il prezzo corrente dell’oro alla fornitura massima di 21 milioni di Bitcoin, la criptovaluta avrebbe un valore di circa 540.000 dollari.
- Il numero di utenti; applicando la legge di Metcalfe, secondo cui il valore è proporzionale al quadrato del numero di utenti, Bitcoin varrebbe poco più di 21.000 dollari.
- L’offerta di moneta globale; collegando il valore globale del denaro all’offerta massima di Bitcoin, il valore della criptovaluta si assesterebbe su 1.9 milioni di dollari.
Come vediamo, due metodi su tre presentano valori notevolmente superiori a quello attuale, che continua ad oscillare tra i 40 e i 50.000 dollari.
Anche Goldman Sachs apre alle criptovalute
Una novità importante è quella che riguarda Goldman Sachs, un’altra tra le più importanti banche d’affari al mondo: dalla prossima settimana verrà lanciato un trading desk legato alle criptovalute, in cui sarà possibile trattare futures Bitcoin e non-deliverable forwards.
La mossa di Goldman Sachs si è resa necessaria sulla base di una recente ricerca condotta dalla stessa banca d’investimento, secondo cui oltre il 40% degli investitori istituzionali tratta ormai abitualmente criptovalute.