Bitcoin pericolosi: Bill Gates preoccupato
Bitcoin: secondo Bill Gates inquinano decisamente troppo. La quantità di elettricità necessaria per ogni singola transazione emetterebbe in media 300 kg di anidride carbonica, lo stesso impatto ambientale prodotto da 750.000 pagamenti con carta di credito.
Bill Gates lancia l’allarme: i Bitcoin consumano troppa energia e sono la causa di un eccessivo rilascio di anidride carbonica.
Secondo il miliardario, ogni singola transazione in Bitcoin richiederebbe un quantitativo di elettricità esagerato: un volume di emissioni pari a 300 kg di CO2 per ogni operazione, gli stessi prodotti per effettuare 750.000 pagamenti con carte di credito. Numeri confermati anche dalla Banca centrale olandese.
E il problema sarebbe destinato a peggiorare nel tempo a causa della sempre maggiore popolarità del Bitcoin. Ma c’è già chi lavora su una criptovaluta green.
Bill Gates: i Bitcoin inquinano troppo
Bill Gates, il padre fondatore di Microsoft, ha da anni lasciato l’azienda per dedicarsi in toto ad iniziative volte alla salvaguardia del pianeta e delle persone a rischio. E in una delle ultime sue uscite pubbliche ha voluto porre sotto i riflettori un tema decisamente caldo negli ultimi tempi: le criptovalute e, più precisamente, il Bitcoin.
Secondo il miliardario, infatti, la criptovaluta più famosa al mondo inquinerebbe troppo:
“Il Bitcoin utilizza più elettricità per singola transazione rispetto a qualsiasi altro metodo di pagamento noto all’umanità”.
Come confermato anche dai data scientists della Banca centrale olandese, ogni singola transazione in Bitcoin richiederebbe una quantità di energia elettrica sufficiente ad emettere in atmosfera ben 300 kg di anidride carbonica. Lo stesso impatto ambientale prodotto da 750.000 pagamenti con carte di credito.
Numeri che preoccupano, soprattutto se si pensa che le reti mining necessarie per la produzione delle criptomonete sono per lo più collocate in Cina, paese che ad oggi produce ancora la maggior parte della sua energia tramite combustibili fossili.
Bitcoin: impatto ambientale e svolta green
Ogni transazione in Bitcoin, quindi, richiederebbe una mole di energia di molto superiore a qualunque altro tipo di pagamento conosciuto.
E ciò si deve ovviamente alla struttura della rete su cui si basa il funzionamento dell’intero mondo delle valute digitali: la blockchain. Quest’ultima, infatti, richiede già di per sé un’enorme potenza di calcolo per ogni singola operazione; se poi si aggiungono i consumi energetici necessari a garantire la sicurezza e la trasparenza della transazioni, i veri punti di forza della criptovaluta, i numeri crescono ulteriormente.
Alex de Vries, data scientist della Banca centrale olandese e fondatore di Digieconomist, spiega:
“Per via della sua progettazione, il processo di mining rende il Bitcoin un divoratore di energia. La valuta richiede un’enorme quantità di calcoli per il suo obiettivo finale di elaborare transazioni finanziarie senza intermediari“.
Tuttavia, sembrerebbe che ci sia già qualcuno al lavoro per dare una svolta green all’intero comparto delle criptovalute. Jack Dorsey, CEO di Square, una tra le più importanti aziende statunitensi di servizi finanziari e di pagamento, ha recentemente annunciato il lancio di “Bitcoin clean energy investment initiative“: un fondo da 10 milioni di dollari da destinare a società intenzionate ad impegnarsi in processi di efficientamento del mining di Bitcoin.