Bonus acqua potabile 2022, fondi insufficienti: più basso il credito d’imposta
Bonus acqua potabile: si riduce la percentuale del credito d’imposta ottenibile per le spese effettuate per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio o di mineralizzazione dell’acqua. Troppe le domande rispetto ai fondi stanziati (5 milioni di euro). Vediamo quali sono le ultime novità a riguardo.
Bonus acqua potabile: l’importo relativo al credito d’imposta scende al 30,37% di quello inizialmente richiesto dal contribuente, che doveva essere pari al 50% delle spese sostenute.
Non sono risultati sufficienti, infatti, i 5 milioni di euro stanziati per il finanziamento del bonus.
Vediamo cosa cambia e come utilizzare l’agevolazione.
Bonus acqua potabile: cala il credito d’imposta
È ufficiale la riduzione della percentuale del credito d’imposta legato al bonus acqua potabile, che dall’iniziale 50% scende al 30% delle spese sostenute: nello specifico, l’importo da indicare nel Modello 730/2022, o da utilizzare in compensazione mediante modello F24, sarà pari al 30,3745% del credito indicato nella comunicazione trasmessa all’Agenzia delle Entrate entro lo scorso 28 febbraio.
L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha reso noto come a fronte dei 5 milioni di euro stanziati per il bonus acqua potabile relativo agli interventi realizzati nel 2021 siano stati richiesti un totale di 16.461.141 milioni di crediti d’imposta.
Bonus acqua potabile: di cosa si tratta
La Legge di Bilancio 2022, ricordiamo, ha disposto la proroga al 2023 del bonus acqua potabile, l’incentivo che prevede un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione e raffreddamento dell’acqua, oltre che per gli strumenti di addizione di anidride carbonica alimentare.
Gli importi erogati del bonus acqua potabile 2022 sono differenti a seconda dei soggetti beneficiari:
- 500 euro per i privati;
- 2.500 euro per esercenti di attività di impresa, arti e professioni e per gli enti non commerciali (compresi quelli del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti).
La misura, come emerge dalle novità appena descritte, viene ora ridimensionata, con il credito d’imposta che passa dal 50 a poco più del 30% delle spese sostenute.