Bonus 150 euro, rinnovato per il 2023? La decisione del governo Meloni

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
12/11/2022

Il bonus 150 euro sarà rinnovato anche per il 2023? La decisione del governo Meloni arriva in merito all’approvazione del decreto Aiuti quater. Vediamo insieme cosa prevede.

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Che Giorgia Meloni avesse intenzione di riformare e ridurre la serie di bonus introdotta dai governi passati era chiaro da ormai diverso tempo. A rientrare nel taglio del nuovo esecutivo troviamo anche il bonus 150 euro, che non sarà rinnovato per il 2023. A confermarlo è il decreto Aiuti quater, il quale è stato recentemente approvato senza però contenere la proroga del bonus in questione.

Il nuovo decreto, infatti, si concentra su una serie di misure volte a intervenire sul fronte energetico, con quale modifica ad alcune delle agevolazioni ancora in vigore, come il Superbonus.

Bonus 150 euro addio: il governo non lo rinnova

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L’approvazione del decreto Aiuti quater conferma l’addio al bonus 150 euro, la cui proroga non è stata inserita nel testo del provvedimento.

Il bonus è stato introdotto dal decreto Aiuti ter e a differenza del bonus 200 euro, che si rivolgeva a una più amplia platea di beneficiari, il nuovo contributo economico spettava soltanto a coloro i quali presentassero un reddito inferiore ai 20mila euro lordi annui.

Il pagamento del bonus è stato previsto per novembre, secondo diversi tempi e modalità di erogazione a seconda della categoria beneficiaria di appartenenza.

Bonus 150 euro: a chi spetta

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Rientrano tra i beneficiari del bonus 150 euro le seguenti categorie:

  • lavoratori interessati da eventi con copertura di contribuzione figurativa integrale dell’Inps;
  • pensionati insieme ad altre categorie di soggetti con decorrenza entro il primo ottobre;
  • lavoratori domestici;
  • chi percepisce indennità di disoccupazione agricola, co.co.co., dottorandi e assegnisti;
  • lavoratori del settore dello sport, agli stagionali a chi ha un contratto a tempo determinato o intermittente, a quelli dello spettacolo;
  • percettori del reddito di cittadinanza;
  • lavoratori autonomi;
  • titolari di assegno sociale o di pensione o di invalidità civile e di trattamenti di accompagno alla pensione.