Bonus 200 euro 2023, il governo lo richiede indietro: a chi e perché
Alcuni beneficiari del bonus 200 euro sono costretti a restituire l’importo ricevuto. Ma per quale motivo? E chi deve restituirlo? Vediamo insieme.
Il bonus 200 euro è stato introdotto dal Decreto aiuti a maggio dello scorso anno. La misura si rivolgeva principalmente a lavoratori dipendenti (privati e pubblici), pensionati, percettori di prestazioni INPS (reddito cittadinanza, NASPI, ecc.) con un reddito inferiore a 35mila euro lordi annui nel 2021.
Tuttavia, secondo quanto segnalato da Il Fatto Quotidiano, il Ministero dell’Economia sta recuperando il bonus a rate da 25 euro mensili sullo stipendio a chi a fine anno ha superato lo scaglione previsto dal decreto Aiuti bis.
Bonus 200 euro, il governo lo recupera sullo stipendio
Per coloro che hanno superato il limite del reddito annuo inferiore ai 35 mila euro lordi, il Ministero dell’Economia ha disposto il recupero del bonus 200 euro sullo stipendio.
Chi deve restituirlo
A pagarne le conseguenze sono soprattutto gli insegnanti che a dicembre hanno ricevuto in busta paga gli arretrati previsti dal contratto già scaduto.
Secondo la Flc Cgil, circa 100mila lavoratori del mondo dell’istruzione con un reddito annuo intorno ai 33-34 mila euro si trovano in questa situazione, poiché il loro reddito ha superato il limite a causa del salario accessorio dovuto a ore eseguite per attività eccedenti l’orario scolastico normale.
Le proteste
Le organizzazioni sindacali hanno criticato e chiesto un cambiamento delle misure una tantum. In particolare, la segretaria nazionale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha dichiarato che la politica dei bonus è asfittica e deve essere superata.
Inoltre, Barbaccia ha fatto notare che a luglio tra i docenti c’era un particolare attesta per il bonus e ciò rappresenta un segno di allarme che si registra anche nel mondo della scuola.
Bonus 200 euro: come funziona
Per accedere al bonus 200 euro era necessario presentare un reddito di 35 mila euro lordi annui nel 2021. La misura spettava a lavoratori dipendenti (privati e pubblici); pensionati; percettori di prestazioni INPS (reddito cittadinanza, NASPI, ecc.). Inoltre, erano ammessi anche:
- i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa
- gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo
- gli autonomi occasionali (senza partita IVA)
- colf e badanti
- stagionali, a tempo determinato e intermittenti (compresi i lavoratori a tempo determinato del settore agricolo);
- incaricati alle vendite a domicilio.
Il bonus 200 euro si rivolge anche ai percettori dell’assegno di invalidità ed è stato esteso ai percettori della pensione di inabilità, dell’assegno sociale e della pensione non reversibile, quali sordi e ciechi assoluti o parziali.