Bonus acqua potabile prorogato al 2023: domanda e come funziona
È stato ufficialmente prorogato al 2023 il bonus acqua potabile, l’incentivo riconosciuto per l’acquisto di dispositivi di filtraggio, mineralizzazione e raffreddamento dell’acqua. Vediamo insieme i dettagli della misura e come fare domanda.
Bonus acqua potabile: ufficiale la proroga al 2023. La fase di domanda aprirà dal 1° al 28 febbraio 2022 e sarà riferita alle spese per acquistare dispositivi di filtraggio, mineralizzazione e raffreddamento dell’acqua sostenute dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023.
Vediamo nel seguente articolo come funziona il bonus e in che modo è possibile richiederlo.
Bonus acqua potabile 2023: come funziona
È stata confermata la proroga al 31 dicembre 2023 del bonus acqua potabile, l’incentivo che prevede un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2021 per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione e raffreddamento dell’acqua, oltre che per gli strumenti di addizione di anidride carbonica alimentare.
Gli importi erogati del bonus acqua potabile saranno differenti a seconda dei soggetti beneficiari:
- 500 euro per i privati;
- 2.500 euro per esercenti di attività di impresa, arti e professioni e per gli enti non commerciali (compresi quelli del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti).
Bonus acqua potabile 2023: come e quando fare domanda
La domanda per il bonus acqua potabile potrà essere presentata tra il 1° e il 28 febbraio 2023 tramite l’apposito servizio web a disposizione dei cittadini nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.
Per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo, l’utilizzo del credito può avvenire nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento delle spese agevolabili e in quelle successive fino a quando non se ne conclude l’utilizzo o, in alternativa, in compensazione tramite modello F24. Per tutti gli altri soggetti, invece, l’utilizzo è esclusivamente in compensazione tramite modello F24.
Le informazioni sugli interventi devono essere trasmesse in forma telematica all’ENEA, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, mentre la spesa deve essere documentata da una fattura elettronica o da un documento commerciale in cui è riportato il codice fiscale del soggetto richiedente.