Bonus assunzione donne 2023: cos’è e quando si può richiedere

Luca Paolucci
  • Laurea in Economia e Management
  • Laureato in Management Internazionale
14/05/2023

Il bonus assunzione donne consente di beneficiare di un esonero contributivo del 100% per i datori di lavoro che assumono donne che rispettano determinati requisiti anagrafici e occupazionali. Vediamo nel dettaglio come funziona il bonus e quali sono i requisiti da rispettare.

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I datori di lavoro che assumono donne in possesso di determinati requisiti possono beneficiare del bonus assunzione donne, l’incentivo che prevede un esonero contributivo del 100% nel limite massimo di 8.000 euro annui.

Vediamo tutti i dettagli nel seguente articolo.

Bonus assunzione donne: cos’è e quando spetta

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Il bonus assunzione donne consiste in uno sgravio contributivo in favore dei datori di lavoro che assumono donne, nella misura del 100% dei contributi dovuti e nel limite massimo di 8.000 euro annui.

La durata

L’incentivo viene riconosciuto per un massimo 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato o di trasformazione di un contratto a tempo indeterminato. In caso di contratti a tempo determinato, invece, l’esonero è riconosciuto per un massimo di 12 mesi.

I requisiti per le donne

Per poter richiedere l’esonero, le donne devono possedere i seguenti requisiti:

  • almeno 50 anni di età e disoccupate da oltre 12 mesi;
  • di qualsiasi età, purché residenti in Regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione Europea e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
  • di qualsiasi età, purché svolgano professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e siano prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
  • di qualsiasi età, ovunque residenti e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.

I requisiti per l’azienda

Il datore di lavoro, invece, deve rispettare i seguenti parametri:

  • regolarità degli obblighi di contribuzione previdenziale;
  • assenza di violazioni delle norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro;
  • rispetto degli accordi e dei contratti collettivi nazionali e regionali, territoriali o aziendali, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.