Bonus assunzione donne 2023: i requisiti per l’azienda e le lavoratrici
Il bonus assunzione donne 2023 prevede il riconoscimento di un esonero contributivo del 100% e nel limite massimo di 8.000 euro annui ai datori di lavoro che assumono donne che rispettano determinati requisiti anagrafici e occupazionali. Vediamo tutti i dettagli nel seguente articolo.
Anche quest’anno i datori di lavoro che assumono donne in possesso di determinati requisiti possono beneficiare del bonus assunzione donne, l’incentivo che prevede un esonero contributivo del 100% nel limite massimo di 8.000 euro annui.
Vediamo insieme come funziona e quali requisiti devono rispettare le donne e i datori di lavoro per poter beneficiare dell’agevolazione.
Bonus assunzione donne 2023: come funziona
Il bonus assunzione donne 2023 prevede uno sgravio contributivo in favore dei datori di lavoro che assumono donne, nella misura del 100% dei contributi dovuti e nel limite massimo di 8.000 euro annui (invece dei 6.000 euro del 2022).
L’incentivo viene riconosciuto per un massimo 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato o di trasformazione di un contratto a tempo indeterminato. In caso di contratti a tempo determinato, invece, l’esonero è riconosciuto per un massimo di 12 mesi.
Bonus assunzione: i requisiti per le donne
Il bonus assunzione 2023 può essere richiesto per le donne:
- con almeno 50 anni di età e disoccupate da oltre 12 mesi;
- di qualsiasi età, purché residenti in Regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione Europea e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
- di qualsiasi età, purché svolgano professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e siano prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
- di qualsiasi età, ovunque residenti e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.
Bonus assunzione: i requisiti per l’azienda
Di seguito, invece, i requisiti che deve rispettare il datore di lavoro:
- regolarità degli obblighi di contribuzione previdenziale;
- assenza di violazioni delle norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro;
- rispetto degli accordi e dei contratti collettivi nazionali e regionali, territoriali o aziendali, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.