Bonus cultura, addio dal 2023: cosa cambia da gennaio
Dal prossimo anno, il bonus cultura potrebbe essere definitivamente abrogato. La maggioranza, infatti, ha proposto un emendamento alla Manovra per destinare i fondi risparmiati ad altre spese che riguardano il mondo dello spettacolo e della cultura.
Il governo Meloni sta valutando la possibilità di eliminare definitivamente il bonus cultura da 500 euro per i neo diciottenni tramite un emendamento alla Legge di bilancio. L’intenzione è quella di utilizzare le risorse risparmiate, pari a 230 milioni, per finanziarie spese relative al mondo dello spettacolo e della cultura.
Bonus cultura, addio: l’emendamento alla Manovra
L’emendamento alla Legge di Bilancio che vuole eliminare il bonus cultura è firmato dai deputati Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia).
L’obiettivo della maggioranza è quello di utilizzare i fondi risparmiati per rafforzare il Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo, il Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie, il Fondo per lo spettacolo dal vivo e per sostenere le attività di rievocazione storica de “La Girandola” di Roma.
L’emendamento 180.7 alla legge di bilancio ora all’esame della Camera dei deputati recita: “All’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234, i commi 357 e 358 sono abrogati”. I commi in questione sono quelli che hanno dato vita alla Carta cultura per i diciottenni.
Bonus cultura: cos’è e come funziona
Il Bonus Cultura è stato introdotto nel 2016 e prevede un importo pari a 500 euro indirizzato ai maggiorenni. Il bonus è finalizzato alla promozione della cultura fra i giovani; infatti, è possibile spendere il bonus in cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell’editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro e corsi di lingua straniera, nonché abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale.
Il bonus funzionava tramite una app dedicata (18app). Non era necessario presentare un Isee perché non sono previsti limiti di reddito. Unici requisiti l’età e la residenza in Italia o il permesso di soggiorno.