Bonus edilizi: quando serve e come compilare il bonifico parlante
Alcuni bonus edilizi in Italia richiedono il bonifico parlante, tra cui il superbonus e l’ecobonus. Gli errori nei bonifici possono essere corretti, e la mancata correttezza della causale di versamento non comporta la perdita del diritto al bonus.
Il mondo dei bonus edilizi in Italia è complesso e variegato, con diversi incentivi offerti per favorire la ristrutturazione, l’efficienza energetica e altro ancora. Tuttavia, non tutti richiedono un bonifico parlante, un dettaglio importante che spesso genera dubbi tra i beneficiari.
In questo articolo, esamineremo quali bonus edilizi richiedono l’utilizzo del bonifico parlante, cosa comporta questa procedura e come affrontare eventuali errori.
I bonus edilizi che richiedono il bonifico parlante
Attualmente, diversi bonus edilizi richiedono l’utilizzo del bonifico parlante per confermare le transazioni. Questi includono:
- Superbonus: l’incentivo chiave per la riqualificazione energetica degli edifici.
- Bonus Ristrutturazione al 50%: un aiuto significativo per chi sta effettuando lavori di ristrutturazione.
- Ecobonus Ordinario: per chiunque voglia migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni.
- Sismabonus Ordinario: destinato a chi esegue lavori di messa in sicurezza sismica.
- Bonus Colonnine di Ricarica: per l’installazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici.
- Bonus per la Rimozione delle Barriere Architettoniche al 75%: per rendere gli edifici accessibili a tutti.
- Bonus Facciate (non più disponibile dal 2023): un incentivo per migliorare l’aspetto esterno degli edifici.
Come affrontare gli errori nei bonifici
Quando si tratta di bonifici parlanti, gli errori possono verificarsi. Fortunatamente, ci sono soluzioni disponibili:
- errori nella causale di versamento: se commettete un errore nella causale di versamento, non perdete il diritto al bonus. È quanto specificato dalla Circolare Agenzia Entrate n. 28/E del 2022;
- errori che coinvolgono la ritenuta d’acconto: se fate errori che influiscono sulla ritenuta d’acconto dell’8%, trattenuta dalla banca o dall’ufficio postale, potete correggere il bonifico o ottenere una dichiarazione sostitutiva dall’impresa o dal fornitore. In questa dichiarazione, l’impresa conferma che i pagamenti ricevuti sono stati correttamente contabilizzati ai fini della determinazione del suo reddito.