Bonus edilizi: quanti lavori bloccati nel 2023?
Non arrivano notizie confortanti per quanto riguarda il Superbonus, in quanto continuano ad esserci blocchi sugli interventi richiesti dagli italiani che stanno paralizzando il sistema. Si tratta di circa 180 mila interventi che attendono di essere sbloccati definitivamente. Approfondiamo insieme la questione nel seguente articolo.
I crediti del Superbonus sono ancora in stallo e, nonostante le misure adottate per trovare una soluzione, continuano ad accumularsi, raggiungendo una cifra di oltre 30 miliardi di euro secondo le stime diffuse dall’Ance. Questa situazione rappresenta un enorme danno sia per le imprese coinvolte sia per l’occupazione. Come potrebbe essere risolta la questione?
Superbonus: quali sono i problemi?
Il caos legato al Superbonus, denuncia l’Ance, si è intensificato negli ultimi 3 mesi, in quanto solo quattro mesi fa l’Agenzia delle Entrate stimava che gli incagli ammontassero a 19 miliardi di euro. Purtroppo, questa piattaforma non è ancora riuscita a decollare adeguatamente. Anche il governo è consapevole della situazione critica e si sta tendando di trovare una soluzione il prima possibile.
Cantieri bloccati: cosa sta succedendo?
Dalle banche, si passa alla paralisi dei cantieri, che all’atto pratico risultano essere del tutto paralizzati visto lo stop al circolare dei crediti. Questo causa una crisi di liquidità delle imprese costruttrici, che si ripercuoterà anche sui normali lavori da fare.
Superbonus: cosa c’entrano le banche?
A giocare un ruolo chiave e centrale sono le banche: queste hanno infatti il compito di gestire i crediti derivanti dal Superbonus. Tra le banche e gli operatori, solo EnelX, Intesa Sanpaolo e Sparkasse hanno ripreso gli acquisti diretti. Anche Credit Agricole, Unicredit e Banco Bpm hanno riaperto in modo selettivo. Il sistema rischia di fermarsi proprio in questo specifico punto.
Quali sono le richieste dell’Ance?
La richiesta dell’Ance è molto semplice: si chiede la proroga del Superbonus per un periodo di almeno 6 mesi, per consentire al sistema di ripartire ed evitare così una profonda crisi del settore edilizio in Italia. Inoltre, l’Ance sottolinea che ci sono benefici evidenti derivanti dalla massima detrazione, come attestato dall’Istat.