Bonus Iscro partita iva: che cos’è e a chi spetta?

Camilla Principi
  • Dott. in Scienze della Comunicazione
22/05/2023

A partire da qualche tempo è stato inserito il bonus partita iva per Iscro, scopriamo insieme in cosa consiste e chi può accedervi. Di seguito tutte le informazioni per poterne sapere di più!

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Il bonus Partita Iva o ISCRO 2023 è un contributo mensile, che va da un minimo di 254,75 € ad un massimo di
881,23 € per l’anno 2023, questo bonus è dedicato soltanto ai titolari di Partita Iva in possesso di alcuni requisiti specifici, scopriamo insieme di quali si tratta.

Bonus partita iva: chi può accedervi?

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L’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, ovvero il bonus Iscro, è stato emanato in via sperimentale per il triennio dal 2021 al 2023 e sarà erogato per 6 mesi ai possessori di Partita Iva. È stato introdotto con la Legge di Bilancio 2021 e tutti i dettagli normativi sono regolati dalla circolare INPS n. 94 del 30 giugno 2021.

II bonus rappresenta è un contributo pari al 25%, su base semestrale (6 mesi), dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate. Ad esempio se un lavoratore con Partita Iva ha dichiarato un reddito pari a 5.000 € nel 2020, dovrà dividere questa cifra per 2 per calcolare i guadagni semestrali, cioè 2.500 €. Da questa cifra, dovrà poi calcolare il 25%: l’importo spettante, quindi, è di 625 € mensili per 6 mesi (2.500 x 25% = 625).

Mentre una volta inoltrata la domanda per il bonus Partite Iva all’Agenzia delle Entrate non risulta nessun reddito accumulato da lavoro autonomo nei quattro anni precedenti, la domanda non sarà accolta.

Chi può riceverlo?

I requisiti necessari per richiedere il bonus ISCRO 2023, da possedere in contemporanea alla richiesta di presentazione della domanda, sono:

  • essere iscritto alla Gestione Separata INPS
  • essere titolare di Partita Iva attiva da almeno 4 anni, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso;
  • non percepire il Reddito di Cittadinanza (RDC);
  • non percepire nessun trattamento pensionistico o prestazione legata al reddito, come NASpI e DIS-COLL;
  • il reddito accumulato dal lavoro autonomo deve essere inferiore almeno del 50% rispetto alla media del reddito da lavoro autonomo degli ultimi 3 anni.