Bonus Renzi: perché è assente in busta paga?
La riforma Irpef introdotta dalla Legge di Bilancio 2022 ha modificato le soglie di reddito per poter beneficiare del bonus 100 euro, che dal 2022 viene riconosciuto soltanto ai redditi inferiori ai 15 mila euro, e in alcuni casi al secondo scaglione Irpef. Vediamo insieme chi è escluso dal bonus.
Vediamo insieme nel dettaglio cosa è successo.
Bonus 100 euro 2022: la riforma Irpef
Con i cambiamenti introdotti dalla Manovra, potranno usufruire soltanto i redditi fino a 15 mila euro, per un importo annuo di 1200 euro, che vedranno il bonus direttamente accreditato in busta paga. Tuttavia, il bonus è riconosciuto soltanto se la somma di tutte le detrazioni spettanti (da lavoro dipendente, quelle figli e coniuge a carico, di interessi passivi del mutuo, spese sanitarie, interventi di recupero del patrimonio edilizio e tutte quelle che si inseriscono nella dichiarazione dei redditi per spese ed oneri sostenuti) è superiore dell’imposta lorda dovuta.
Il paradosso della riforma fiscale
Dunque, possono usufruire del bonus 100 euro quei cittadini senza familiari a carico, che non hanno chiesto mutui e non hanno fatto lavori di ristrutturazione o di riqualificazione energetica, per esempio, non hanno più diritto al trattamento integrativo.
Intervistato da Money.it, il presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, Anc Cuchel, ha confermato il paradosso di questa riforma fiscale:
Se la somma di queste detrazione è di ammontare superiore all’imposta lorda scatta la clausola di salvaguardia e a quel punto si beneficia del trattamento integrativo, pur essendo sopra i 15mila euro ed entro i 28mila euro. Chi non ha fatto ristrutturazioni alla propria abitazione, quindi, anche se supera i 15mila euro di reddito non avrà il trattamento integrativo. E per milioni dipendenti sotto i 28mila euro di reddito il trattamento integrativo voleva dire una sostanziale differenza di possibilità e capacità di spesa.