Borsa, chiusura in negativo: rischio inflazione
Chiusura in negativo per le Borse, a partire da Wall Street, fino ad arrivare a quelle asiatiche: ad incidere la vendita dei titoli dei colossi tecnologici e la preoccupazione per l’andamento dell’inflazione. Attesissimo il vertice Opec che andrà in scena oggi e che inciderà sul prezzo del petrolio, al ribasso negli ultimi tempi.
Le Borse hanno chiuso in negativo la seduta di ieri e proprio dai dati in rosso si partirà anche oggi; da Wall Street a Tokyo, la giornata non è stata positiva. Incide in primo luogo la preoccupazione sull’andamento dell’ inflazione, su cui dovrebbe pronunciarsi oggi il presidente della Federal Reserve. Jerome Powell sarà infatti chiamato a definire le linee di intervento che sceglierà di mettere in atto per cercare di arginare la situazione.
Sulle perdite delle borse asiatiche, tutte in rosso a partire da quella di Tokyo, che fa registrare un -2,13%, ha inciso invece la vendita dei titoli dei colossi tecnologici, come Apple e Amazon, che hanno affossato il Nasqad.
Il mercato dei cambi e il prezzo del petrolio
Si rafforza il cambio dollaro/yen, che, a 107,11 fa registrare un vero e proprio record dall’estate scorsa. Bene anche l’euro che apre a 1,20 dollari e 129,13 yen. Per quanto riguarda lo spread si apre a 104 punti di base: nelle precedenti sedute si era attestato stabilmente intorno ai 100 punti, ma nella giornata di ieri il differenziale tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi ha subito un lieve rialzo.
Mentre è già arrivato il rapporto S&P che ha misurato la fiducia dei consumatori giapponesi, e che ha fatto registrare un risultato molto positivo rispetto alle attese e anche rispetto ai dati di inizio anno, avendo fatto registrare 33,8 punti, c’è attesa per quello che riguarderà l’Italia.
C’è fiducia anche nel settore del petrolio: dopo alcune sedute al ribasso, il prezzo del wti è salito del +0,41%. L’ottimismo generato nella giornata di ieri sulle prospettive di una campagna vaccinale mondiale che sta ben proseguendo hanno forse dato maggior fiducia e oggi è attesissimo il vertice dell’Opec, che si pronuncerà sui livelli della produzione del prossimo mese.