Busta paga, addio al segreto: come conoscere quella dei colleghi

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
23/08/2023

L’era del segreto sui cedolini paga sta giungendo al termine, poiché l’accesso alle informazioni retributive dei colleghi e la richiesta di risarcimenti diventeranno possibili e sarà legittimo richiedere informazioni sulle retribuzioni di altre categorie lavorative. Le nuove norme europee dovranno essere adottate anche in Italia entro il 7 giugno 2026.

Busta paga, addio al segreto: come conoscere quella dei colleghi

La direttiva Ue 2023/970 si pone l’ambizioso obiettivo di affrontare le disparità salariali e il gender gap, puntando a rendere le buste paga più trasparenti per debellare le retribuzioni discriminatorie.

Questo impone che i cedolini dei colleghi non siano più segreti e obbliga i datori di lavoro che praticano discriminazioni salariali a risarcire i propri dipendenti.

Con il persistere del divario di genere in Europa, l’Unione Europea punta a realizzare una parità salariale effettiva tra uomini e donne.

Implementazione in Italia entro il 2026

Busta paga, addio al segreto: come conoscere quella dei colleghi

L’Italia si prepara a recepire la direttiva dell’UE entro l’estate 2026. Le nuove disposizioni europee rappresentano un considerevole passo avanti nel settore lavorativo.

Una volta attuate in Italia, le regole consentiranno ai lavoratori di accedere alle informazioni sugli stipendi dei colleghi con mansioni analoghe, includendo dati retributivi suddivisi per genere e categorie lavorative simili.

Trasparenza e risarcimento

All’atto della richiesta da parte di singoli dipendenti o sindacati, le informazioni dovranno essere fornite entro due mesi dalla richiesta. In caso di discrepanze, il datore di lavoro sarà tenuto a chiarire la situazione.

La direttiva vieta altresì l’uso di clausole contrattuali che vietino la divulgazione delle informazioni salariali. I datori dovranno inoltre fornire dettagli retributivi iniziali o fasce salariali relative a posti vacanti prima dei colloqui di selezione, vietando ai candidati di chiedere la retribuzione del precedente impiego.

Giustizia per disparità salariali

La direttiva introduce un importante meccanismo di tutela: nel caso di disparità salariali, i dipendenti avranno il diritto di richiedere un risarcimento che copra retribuzioni arretrate, bonus non percepiti, opportunità mancate e danni immateriali derivanti da diversi fattori. In tribunale, i datori di lavoro potranno difendersi dimostrando di aver rispettato le norme europee.

Lotta contro il gender gap

Nonostante gli sforzi, il divario di genere tra uomini e donne nell’UE rimane un problema concreto, con una media di guadagno femminile inferiore del 13% rispetto a quello maschile.

La direttiva UE sulla trasparenza salariale cerca di contrastare questo problema, agevolando il riconoscimento di discriminazioni di genere o differenze retributive attraverso la conoscenza degli stipendi dei colleghi con ruoli analoghi.