Calendario fiscale: cosa cambia dal 2024

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
28/10/2023

Il Governo ha dato il via libera a due decreti legislativi preliminari che anticipano la Riforma Fiscale in Italia. Questi provvedimenti mirano a semplificare le dichiarazioni fiscali, unificare le scadenze e potenziare i servizi digitali per i contribuenti.

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Il Consiglio dei Ministri del 23 ottobre ha dato il via libera a due decreti legislativi preliminari che anticipano la Riforma Fiscale. Questi provvedimenti riguardano il nuovo Statuto dei Contribuenti e un aggiornamento del Calendario Fiscale, con dettagli resi noti tramite un comunicato stampa governativo.

Razionalizzazione e semplificazione

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Il Decreto Legislativo, intitolato “Razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari (decreto legislativo – esame preliminare),” mira a semplificare gli obblighi dichiarativi e adottare un approccio basato sulla collaborazione e sull’adempimento spontaneo. L’obiettivo è ridurre il carico amministrativo per i contribuenti.

Armonizzazione dei termini fiscali

Il decreto mira a sincronizzare i termini per gli adempimenti fiscali, comprese le dichiarazioni e i pagamenti, per renderli più razionali durante l’anno. Ciò dovrebbe contribuire a una migliore gestione dei flussi finanziari.

Semplificazione delle dichiarazioni

Una parte significativa delle modifiche si concentra sulla semplificazione dei modelli di dichiarazioni relative a redditi, IRAP e IVA. Inoltre, verrà introdotto un modello semplificato per tutte le persone fisiche, compresi coloro senza partita IVA.

Unificazione delle scadenze e altro

A partire dal prossimo anno, le scadenze per le dichiarazioni fiscali saranno unificate, accelerando il processo di verifica e riducendo i tempi per l’erogazione dei rimborsi. Una seconda fase è prevista dal 2025, con una stagione dichiarativa che inizia il 1° aprile.

Il decreto prevede una serie di ulteriori modifiche, tra cui l’innalzamento delle soglie al di sotto delle quali non è richiesto il visto di conformità per l’utilizzo in compensazione del credito IVA e per l’utilizzo in compensazione dei crediti per imposte dirette e IRAP.