Calvario fiscale per imprese e professionisti a inizio estate

L’estate si annuncia rovente per migliaia di imprese e professionisti alle prese con gli esborsi tributari da sostenere tra giugno e luglio. Secondo quanto ha rilevato l’ufficio studi della Cgia di Mestre in alcune elaborazioni pubblicate, il conto da pagare potrebbe essere salatissimo, arrivando a pesare fino a 25.700 euro. Una vera e propria stangata fiscale che va ad aggiungersi ai problemi legati alla crisi, dal calo della domanda di servizi al ritardo dei pagamenti della PA e dei clienti privati, e che hanno già fatto registrare un calo dei redditi medi degli iscritti alle Casse previdenziali private fino al 26% rispetto al 2007.

Ingegneri, architetti e avvocati sono i più colpiti dall’onda lunga della crisi, con perdite di fatturato nell’ordine del 20%, costretti sempre più a dover fare ricorso al recupero crediti o al decreto ingiuntivo al Tribunale per far valere i propri diritti. E mentre le Casse previdenziali cercano una strategia welfare per poter allargare ulteriormente le prestazioni assistenziali a favore degli iscritti, già aumentate del 12,3% nel 2011 rispetto all’anno prima, il fisco continua a “bussare” alla loro porta incurante della condizione di ristrettezza economica nella quale si trovano e delle conseguenze disastrose che potrebbe causare.

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, ha lanciato l’allarme: “in una fase in cui le piccole e micro imprese sono sempre più stressate dal fisco e a corto di liquidità l’appuntamento fiscale di inizio estate rischia di spingerne moltissime fuori mercato”. Nei prossimi mesi infatti, tra giugno e luglio, i lavoratori autonomi e i piccoli imprenditori saranno costretti ad affrontare un vero e proprio “calvario fiscale”, fra versamenti Inps, tassa annuale di iscrizione alla Camera di Commercio, pagamento della prima rata dell’Imu e della Tares, oltre all’autoliquidazione Irpef che prevede il saldo 2012 e l’acconto 2013. Il “calvario fiscale”, a cui dovranno sottoporsi commercianti, artigiani, società di persone e società di capitale, secondo il centro studi Cgia di Mestre e come già detto in precedenza, peserà fino a 25.700 euro, cifra calcolata in base alla realizzazione di alcune simulazioni che hanno preso in considerazione 4 diverse tipologie aziendali e due possibili scenari: uno ad aliquote medie, l’altro ad aliquote al valore massimo consentito.

Nel primo caso, sono state utilizzate le percentuali medie dell’Imu (9,3 per mille su base individuale, 9,5 per le società) e delle addizionali Irpef, oltre che la maggiorazione della Tares pari a 0,3 euro al metro quadrato. Il secondo, invece, rispecchia lo scenario più cupo, con le aliquote dei tributi innalzate ai valori massimi (Imu al 10,6 per mille e addizionali Irpef regionali oltre i due punti percentuali), e l’asticella Tares fissata a 0,4 euro al metro quadrato.

Da ciò, ne è derivato che:

  • un commerciante pagherà tra i 4.452 e i 4.676 euro;
  • un artigiano tra i 6.948 e i 7.206 euro;
  • una società di persone con 2 soci e 4 dipendenti tra i 17.733 e i 18.409 euro;
  • una società di capitali con 2 soci e 10 dipendenti tra i 25.401 e i 25.737 euro.

Nell’effettuare i calcoli, si sono considerati gli effetti delle disposizioni normative che si sono succedute a partire dal 2011. In particolare, nel calcolo degli acconti IRPEF, si è tenuto conto della “stretta” che subiranno le auto aziendali, la cui deducibilità, ai fini fiscali, è passata dal 40% al 20%. La norma infatti, anche se riguarda il periodo di imposta 2013, impone di calcolare gli acconti per questa annualità tenendo conto di questo inasprimento. Ecco perché gli aggravi sono stati compresi già dai prossimi mesi di giugno/luglio, compensati, tuttavia, dalla riduzione dell’esborso relativo alle imposte dirette a cui ha contributo la deducibilità dell’IRAP relativa al costo del lavoro, introdotta dal DL “Salva Italia”, per quelle imprese che hanno alle loro dipendenze donne o giovani di età inferiore a 35 anni.

Per quanto riguarda il calcolo effettuato per commercianti e artigiani, è stato aggiunto il peso dell’aumento annuo dello 0,45% dei contributi Inps, crescita che continuerà sino al 2018, quando il prelievo raggiungerà il 24% e il 24,09%.
Sulle società invece, gli importi sono decisamente più alti in quanto viene ipotizzato un reddito imponibile di riferimento maggiormente corposo. Questo a causa del fatto che, a partire dal 2013, l’imposta sui capannoni sarà sicuramente più pesante, in quanto aumenta il coefficiente per la determinazione della base imponibile che passa da 60 a 65. Oltre a questo, bisogna considerare che -dal primo luglio è in arrivo un nuovo aumento dell’aliquota Iva ordinaria, che porterà la percentuale dal 21 al 22 per cento. Inoltre, il 2013 vedrà anche il passaggio dalla vecchia TARSU alla TARES. La nuova imposta, che si comincerà a pagare dal 1°luglio, sarà certamente più onerosa in quanto deve assicurare l’integrale copertura del costo per lo smaltimento dei rifiuti, prevedendo una maggiorazione di 0,3 euro al metro quadrato che ciascun Comune può elevare sino a 0,4 euro. A regime, il pagamento dovrebbe avvenire in 4 rate di pari importo, dando facoltà al Comune di disporre in merito.

In questo quadro, Bortolussi, ha sottolineato ‘‘la necessità di alleggerire l’impatto economico che avrà la nuova tassa sull’asporto rifiuti (Tares) e di scongiurare l’aumento dell’Imu sui capannoni, altrimenti molti piccoli imprenditori saranno costretti, loro malgrado, a chiudere definitivamente i cancelli o le saracinesche delle proprie attività”. Secondo il segretario bisogna assolutamente evitare anche che il 1° luglio si verifichi l’aumento dell’aliquota Iva, altrimenti si corre il rischio di scivolare in una ulteriore contrazione dei consumi a svantaggio proprio delle piccolissime imprese che vivono quasi esclusivamente di domanda interna. Infine, puntualizza Bortolussi, è importante che la Pubblica Amministrazione onori gli impegni presi: “bisogna immettere liquidità nel sistema economico, agevolando l’accesso al credito e sbloccando da subito i 70 miliardi di pagamenti che la Pubblica Amministrazione deve alle imprese”.
Misure urgenti dunque, che costringono i leader politici a trovare nel più breve tempo possibile un accordo in grado di dare al paese un Governo stabile e capace di affrontare le emergenze economiche in atto