Case green: cambiano le direttive UE

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale
15/10/2023

La Direttiva Case Green dell’Unione Europea è al centro di un acceso dibattito, con il Parlamento Europeo che spinge per una rapida implementazione di misure volte a rendere gli edifici comunitari a zero emissioni, mentre il Consiglio Europeo si dimostra più cauto e propone una posizione meno restrittiva.

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Il Parlamento europeo mira a portare tutti gli edifici residenziali degli Stati membri alla classe energetica E entro il 2030 e alla classe D entro il 2033. Il Consiglio europeo, al contrario, punta a rendere a emissioni zero entro il 2030 solo gli edifici residenziali di nuova costruzione, con una scadenza al 2050 per quelli già esistenti. Entrambi i schieramenti hanno il sostegno di vari Stati europei.

Sviluppo green: quali sono le novità?

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La posizione oltranzista sembra aver visto ridotte le sue possibilità di applicazione, ma la questione è tutt’altro che risolta. Quello che è certo è che il nuovo testo non include più l’obbligo di installare colonnine di ricarica per veicoli elettrici nei parcheggi degli edifici residenziali esistenti.

Case green: cosa si sta facendo in Italia?

L’Italia, invece, sta cercando una terza via. Il paese invoca un’esenzione speciale a causa del suo ricco patrimonio storico e culturale, che include edifici residenziali secolari. I centri storici e i borghi medievali italiani potrebbero subire cambiamenti significativi se venissero applicate rigorosamente le direttive per renderli a zero emissioni. L’obiettivo zero emissioni richiederebbe interventi di ristrutturazione, come l’isolamento termico delle pareti esterne, la sostituzione di infissi antiquati e l’installazione di pannelli solari sui tetti.

Obiettivo emissioni zero 2050: è raggiungibile?

Anche il ministro dell’Ambiente del governo Meloni, Gilberto Pichetto Fratin, è contrario all’obiettivo di emissioni zero entro il 2050 per tutti. L’Italia ha un patrimonio immobiliare unico, con milioni di edifici al di sotto della classe energetica D. Il ministro chiede una modifica alla direttiva per riservare una quota del patrimonio edilizio dalla necessità di ristrutturazioni.

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Tuttavia, la tutela del patrimonio storico e culturale italiano si scontra con la necessità di finanziare costose ristrutturazioni. L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) stima che il piano di ristrutturazione previsto dalla direttiva case green comporterebbe la necessità di aprire cantieri in 180.000 edifici privati ogni anno, con costi che potrebbero superare i 60.000 euro per le case di maggiori dimensioni.