Caso Dazn: quanto ha rischiato di perdere?

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale
13/11/2021

Ormai da molto tempo sotto i riflettori, l’emittente Dazn stava per combinare un’altra “frittata” in termini di immagine e fidelizzazione della clientela. Dazn infatti aveva intenzione di togliere la possibilità di visionare gli eventi sportivi trasmessi su due dispositivi. Analizziamo la questione.

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Da tempo sotto l’occhio del ciclone a causa della scarsa qualità con cui vengono riprodotti gli eventi sportivi trasmessi, Dazn si è messa di nuovo in cattiva luce per le recenti dichiarazioni sullo stop ai “doppi dispositivi“. Caratteristica delle piattaforme streaming (Netflix, Prime Video, etc) è quella di poter utilizzare più device per visionare i prodotti offerti. Così è anche per Dazn, anzi si tratta di uno dei (pochi) punti di forza dell’emittente.

Ma quali sono le ragioni che hanno portato ad una tale minaccia?

Dazn: le motivazioni dello stop al doppio dispositivo

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Prima di iniziare, va ricordato che non vi sono state dichiarazioni ufficiali in tal senso da parte dell’emittente, ma è stata espressa solo la volontà di togliere il doppio device. Per quanto riguarda le motivazioni, in primis vi è sicuramente la lotta alla pirateria e ai così detti abbonamenti condivisi.

Lo streaming ha portato un vero e proprio “mercato nero” di password per accedere e visionare i contenuti offerti: pratica molto simile alla pirateria, che va assolutamente combattuta. In più, molti giovani tifosi che non possono permettersi un abbonamento da 30 euro al mese, hanno deciso di utilizzare la possibilità del doppio device per dividersi l’abbonamento. E’ chiaro che questa pratica non fa guadagnare denaro all’emittente, e qui giace il punto chiave della folle idea di Dazn.

Secondo i dati di Lega Serie A, gli abbonamenti ad oggi sono circa 1,2 milioni: considerando che in estate l’offerta era di 20 euro mensili e, scaduta questa, 30 euro mensili, è evidente che non si arriva neanche lontanamente a coprire la cifra spesa per i diritti della Serie A di 840 milioni di euro.

Dunque Dazn ha il disperato bisogno di aumentare il numero degli abbonamenti ed impedire la visione sul doppio dispositivo è la mossa migliore per raggiungere coloro che si dividono l’abbonamento.

Caso Dazn: il dietrofront

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Nella giornata di ieri 11 Novembre è però arrivata la smentita da parte di Dazn, nel comunicato si legge: “Nel rispetto di coloro che usano in modo corretto la condivisione e con l’obiettivo di tutelare l’interesse dei nostri abbonati, nessun cambio verrà introdotto nella stagione in corso”.

Dalla comunicazione s’intende che per la prossima stagione vi sarà qualcosa di nuovo, volto a limitare la possibilità di visionare i contenuti su più schermi.

La battaglia pe i diritti della Serie A si sta intensificando, con addirittura l’Audiconsum che ha minacciato Dazn di monopolio e che agirà legalmente per far togliere i diritti all’emittente.