Cedolare secca 2022 in scadenza: come funziona e quando si paga

Luca Paolucci
  • Laurea in Economia e Management
  • Laureato in Management Internazionale
22/11/2022

Cedolare secca: entro il 30 novembre 2022 si deve pagare il secondo o unico acconto per l’anno in corso, dopo la scadenza del primo acconto fissata allo scorso 30 giugno. Vediamo nel dettaglio come funziona il meccanismo di pagamento della cedolare secca.

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Cedolare secca 2022: secondo o unico acconto da versare entro il prossimo 30 novembre. I contribuenti che hanno aderito all’opzione per la cedolare secca sugli affitti, infatti, devono corrispondere l’imposta sostitutiva entro le stesse scadenze dell’IRPEF.

Vediamo tutti i dettagli nel seguente articolo.

Cedolare secca: secondo acconto entro il 30 novembre

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Il 30 novembre 2022 è il termine ultimo per provvedere al versamento del secondo acconto della cedolare secca. L’appuntamento con il saldo e la prima rata di acconto, ricordiamo, era lo scorso 30 giugno.

Ma come funziona il meccanismo di pagamento della cedolare secca? L’acconto, infatti, è dovuto solamente se l’imposta dell’anno precedente supera i 51,65 euro. Nello specifico, se l’importo è inferiore a 257,52 euro, la cedolare si deve corrispondere in un’unica soluzione entro la scadenza del 30 novembre; se l’importo è superiore a 257,52 euro, si paga in due rate:

  • la prima, pari al 40% dell’importo complessivamente dovuto (50% per i soggetti ISA e i forfettari), insieme al saldo 2021 ed entro la scadenza del 30 giugno;
  • la seconda, il restante 60% del totale (50% per i soggetti ISA e i forfettari), entro il termine di versamento del secondo o unico acconto delle imposte sui redditi.

Il pagamento va effettuato tramite il modello F24, indicando il codice tributo istituito dall’Agenzia delle Entrate.

Cedolare secca: di cosa si tratta

Cedolare secca 2022 in scadenza: come funziona e quando si paga

La cedolare secca è un regime fiscale agevolato attraverso cui i titolari di immobili concessi in locazione possono scegliere di tassare il reddito da locazione ad aliquota fissa del 10 o del 21%, sostitutendo in toto l’IRPEF.

Lo scopo della cedolare secca è quello di consentire ai proprietari di immobili in affitto di pagare meno tasse sul reddito prodotto dai canoni di locazione. Il calcolo delle imposte dovute, infatti, non viene effettuato sul reddito complessivo ma in misura fissa esclusivamente sul reddito da locazione, applicando l’aliquota di riferimento, pari al 10 o al 21% in base alla tipologia di contratto stipulato.

L’aliquota al 21% si applica per i contratti di locazione a canone libero, mentre quella al 10% si applica per i contratti di locazione a canone concordato 3+2 stipulati in Comuni che presentano problematiche particolari, quali:

  • carenza di soluzioni abitative;
  • alta densità abitativa;
  • territori colpiti da calamità naturali.

La cedolare secca al 10% si può applicare anche ai contratti di affitto a studenti fuori sede e ai contratti transitori (quelli stipulati per un periodo compreso tra uno e 18 mesi).