Congedo parentale 2022: cosa è cambiato
Da quest’estate sono entrate in vigore le nuove regole per quanto riguarda il congedo parentale. Nello specifico, le novità riguardano soprattutto il termine entro cui beneficiare del congedo e l’età del figlio entro cui è possibile usufruire dell’indennità. Vediamo insieme cosa prevedono le nuove regole.
Il congedo parentale consiste in un un periodo di assenza dal lavoro che può essere richiesto da entrambi i genitori lavoratori purché sia ripartito tra i due. Il congedo può essere richiesto soltanto nel caso in cui il figlio o i figli in questione abbiano meno di 13 anni.
Scopriamo insieme come è cambiato negli ultimi mesi.
Congedo parentale: novità
Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del proprio figlio nei suoi primi anni di vita, fino al 12esimo anno di età. Le lavoratrici e i lavoratori dipendenti devono avere un rapporto di lavoro in corso.
A partire dal 13 agosto, il congedo parentale può essere utilizzato da entrambi i genitori entro 9 mesi, e non più entro i 6 mesi, come inizialmente previsto, e l’indennità viene riconosciuta, indipendentemente dal reddito, fino ai 12 anni di età del figlio.
Quanto dura il congedo?
Se la richiesta viene presentata dalla madre, quest’ultima ne ha diritto per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi, trascorso il periodo di astensione obbligatoria (“maternità”). Se è l’unico genitore il congedo si estende fino a 10 mesi.
Se la richiesta viene presentata dal padre, quest’ultimo ne ha diritto dal momento della nascita del figlio per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi. Il limite si estende però fino a 7 mesi nel caso in cui il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo (continuativo o frazionato) non inferiore a 3 mesi. In questo secondo caso, quindi, il limite complessivo dei congedi parentali dei genitori è elevato a 11 mesi.