Contratti d’affitto lunghi: perché non convengono più?

Matteo Bertocci
  • Laureando presso l'Università di Perugia
08/02/2023

Uno degli effetti del rialzo dell’inflazione è la ripercussione anche nel mercato dell’affitto degli immobili. Al momento i contratti d’affitto lunghi non convengono più ed i proprietari preferiscono scegliere contratti brevi.

Dichiarazione di successione

Se si è in cerca di una casa in affitto con contratti tradizionali dobbiamo essere consapevoli che è sempre più difficile trovarla. Sono, infatti, sempre meno i proprietari di abitazioni che scelgono i classici contratti di affitto ordinario o concordato. Questo semplicemente perché non conviene.

Questo non significa che gli immobili non si affittano più. Stiamo dicendo però che le due tipologie di contratto a lunga durata sono poco scelte. E parliamo del contratto ordinario che prevede una durata di 4 + 4 anni e del contratto con canone concordato che ha una durata di 3 + 2 anni. Cerchiamo di capire cosa sta accadendo.

Contratti di affitto lunghi: più difficili da trovare

Detrazioni

L’Istat ha fissato per il 2023 un incremento del costo della vita all’11,3% e questo interessa anche i contratti di locazione. Va però detto che questo non può essere applicato a chi opta per il regime della cedolare secca. Ad esempio, chi ha locato un immobile per 5 anni con un canone concordato (3 + 2) non potrà applicare l’aumento dell’11,3% sul canone di locazione che l’inquilino paga. Se si sceglie la tassazione ordinaria, che è più onerosa però, la cosa è possibile se prevista nel contratto.

Nella maggior parte dei casi quindi, si preferisce scegliere contratti dalla durata breve come gli affitti turistici. Che permettono di rimodulare, di volta in volta, il canone che si vuole applicare.

Quali sono gli effetti?

Tasse
Autore: Bru-nO / Pixabay

A risentire del disagio sono soprattutto i giovani che non riescono più a trovare una soluzione adeguata per l’abitazione. Molte difficoltà le stanno riscontrando, dopo il lockdown, anche gli studenti fuori sede per i quali diventa sempre più difficile trovare un alloggio nei pressi dell’Università. La scelta che sta prendendo largo è quella di seguire le lezioni a distanza e recarsi nell’Ateneo solo per gli esami.

Cedolare secca senza adeguamento Istat: quali sono i vantaggi?

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Va detto che scegliendo questo regime sui contratti 4 + 4 o 3 + 2 si hanno notevoli vantaggi dal punto vista fiscale. Intanto l’aliquota sulla locazione è pagata non in base allo scaglione Irpef di appartenenza, ma in base ad una aliquota fissa che in alcuni casi scende anche fino al 10%.

Inoltre, possono beneficiare anche di un importante sconto sull’Imu del 25%. Per chi sceglie, invece il regime ordinario l’abbattimento dell’aliquota è solo del 5% ma si devono pagare anche le addizionali regionali e comunali oltre all’imposta di registro.

Contratto breve: perché si sceglie?

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Principalmente essendo un contratto breve può prevedere un canone di locazione diverso. Questo fa in modo che il proprietario possa rimodulare il canone di locazione, di volta in volta, non solo indicizzandolo al costo della vita, ma anche in base all’andamento della domanda. Alle volte, nelle zone più richieste, si può incassare in una settimana quanto si incasserebbe, invece, con contratto di lunga durata in due mesi. Una controindicazione è che, a differenza di un affitto di lunga durata, un affitto breve richiede sicuramente più presenza da parte del proprietario.