Contratto di smart working: cos’è e quando arriva
Il Governo è a lavoro per far entrare nella disciplina dei contratti anche il contratto di smart working. Così facendo si andrebbero a porre delle basi legislative alla fattispecie, in modo da evitare problematiche legate agli adempimenti. Scopriamo nel dettaglio le novità.
Durante il Festival dell’Innovazione, Renato Brunetta ha annunciato che il contratto di smart working potrebbe arrivare a breve, anche prima di quanto previsto inizialmente.
La notizia è stata caldamente accolta, in quanto si tratterebbe di uno step in avanti molto importante che potrebbe cambiare il destino di molti lavori.
Le novità attese sono molte: proviamo a fare chiarezza sulle dichiarazioni del Ministro Brunetta.
Contratto di smart working: quando arriva?
Secondo le dichiarazioni del Ministro Brunetta, il contratto di lavoro a distanza dovrebbe arrivare addirittura già a fine mese: è stato comunicato che si andrebbe a trattare di un insieme di norme parallele a quelle già in vigore per il lavoro in presenza.
Dovrebbe inoltre arrivare anche la tanto attesa riforma del lavoro del settore pubblico.
L’applicazione del lavoro agile a distanza è stata un’idea quasi obbligata dalla situazione Covid-19, che rendeva impossibile lavorare senza rischio di contagio e che quindi avrebbe fatto crescere inesorabilmente il numero dei contagi e delle vittime.
Ovviamente vi sono cose che non hanno funzionato bene, come le ore di lavoro aggiuntive che alcuni dipendenti hanno dovuto fare per rientrare negli obiettivi.
Le basi della riforma del lavoro agile
Brunetta ha dichiarato che la riforma non sarà immediata, ma vi saranno degli step transitori da rispettare.
Il primo è quello di definire a livello giuridico il lavoro agile, che è atteso ormai per la metà di ottobre. Andando a definire normativamente tale contratto, molti lavori cambieranno e potranno essere fatti ordinariamente a distanza.
Certo, vi sono ancora molte limitazioni per attuare una cosa del genere: basti pensare in primis alla connessione, in quanto la fibra non è ancora connessa in tutte le case degli italiani.
Inoltre andrebbe rivista anche l’intera organizzazione del lavoro e delle piattaforme lavorative, ma sicuramente dopo le dichiarazioni di Brunetta l’idea è quella di essere sulla buona strada.