Contributi a fondo perduto 2021: novità e importi
Decreto Sostegni bis: novità importanti per i contributi a fondo perduto. Cambiano i criteri di scelta: al calo del fatturato si aggiunge anche quello dell’utile, metodo “più giusto” come sottolineato dallo stesso premier Draghi. Si amplia la platea dei beneficiari.
Durante la conferenza stampa di presentazione del decreto Sostegni bis Mario Draghi ha illustrato le novità relative ai contributi a fondo perduto contenute nel nuovo provvedimento economico.
La più importante è sicuramente quella legata ai requisiti richiesti per poter accedere ai ristori: al calo del fatturato, utilizzato fino ad oggi, si va infatti ad aggiungere il criterio del calo dell’utile, considerato dallo stesso premier Draghi “più giusto” e equo nei confronti di imprese e partite IVA.
Cresce la platea dei beneficiari e cambiano le aliquote per il calcolo dei ristori.
Contributi a fondo perduto: le novità nel Sostegni bis
Novità importanti per quanto riguarda i contributi a fondo perduto destinati alle partite IVA.
Durante la conferenza stampa di presentazione del decreto Sostegni bis, il premier Draghi ha illustrato i nuovi parametri richiesti per poter accedere ai ristori: al già ampiamente utilizzato metodo del calo del fatturato, infatti, da questo momento si va ad aggiungere quello dell’utile, che dovrà essere riferito al periodo 1° aprile 2020 – 31 marzo 2021 sui 12 mesi precedenti.
Un aggiornamento, quindi, dei criteri di accesso voluto e sostenuto dallo stesso Draghi, che in conferenza stampa l’ha definito “più giusto” nei confronti di imprese e partite IVA.
Si amplia così la platea dei beneficiari, che dovrebbe crescere di circa 370 mila unità.
Contributi a fondo perduto: gli importi
Con l’introduzione del nuovo criterio di scelta cambiano anche le modalità di calcolo dei ristori.
Saranno due le strade da seguire: la prima, l’unica utilizzata fino a questo momento, prevede un contributo a fondo perduto per le partite IVA che abbiano subito un calo del fatturato di almeno il 30% tra il 2019 e il 2020. La seconda, invece, è quella basata sul sopracitato calo dell’utile riferito al periodo 1° aprile 2020 – 31 marzo 2021.
Il nuovo contributo, quindi, si calcola con le seguenti aliquote:
- 90% della differenza media mensile per le attività con fatturato 2019 fino a 100 mila euro;
- 70% per quelle con fatturato da 100 mila a 400 mila euro;
- 50% per le partite IVA con fatturato tra 400 mila e 1 milione di euro;
- 40% per quelle con fatturato tra 1 e 5 milioni di euro;
- 30% per le imprese con fatturato compreso tra 5 e 10 milioni di euro.
Restano ancora escluse dai ristori, quindi, tutte le attività con un fatturati superiori a 10 milioni di euro.