Contributi pensione operai agricoli 2023: le nuove aliquote

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
22/02/2023

L’Inps ha reso note le nuove e aumentate aliquote contributive per le imprese agricole che impiegano lavoratori con contratti di lavoro subordinato. Vediamo insieme quali sono.

tractor-agricultural-machine-cultivating-field (1)

Per effetto della legge 146/1997, i contributi Inps per i lavoratori agricoli aumentano anche quest’anno. Infatti, l’aliquota contributiva IVS dovuta agli operai agricoli aumenta ogni anno a causa dell’inflazione e l’obiettivo è ora quello di raggiungere la soglia prevista del 32,2% per la generalità dei lavoratori in modo tale da equiparare la loro pensione a quella della generalità dei lavoratori dipendenti del settore privato.

I contributi Inps 2023 per i lavoratori agricoli

agriculture-gac75d6ee7_1920

Con la circolare n. 18 del 10 febbraio 2023, l’Inps ha reso nota la somma della contribuzione IVS che le imprese agricole devono versare per i lavoratori a tempo determinato e indeterminato. Gli importi aumentano in seguito all’impennata dell’inflazione che si è registrata nel 2022.

Quali contributi aumentano

L’aumento della contribuzione per il 2023, che riguarda solo la parte a carico del concedente, passa dal 20,75% al 21,06%, in quanto la quota pagata dal lavoratore ha già raggiunto la misura piena prevista per la generalità dei lavoratori dipendenti assicurati presso il FPLD (8,84%).

Considerando l’aliquota base dell’0,11% pagata sempre dall’azienda (che si aggiunge all’aliquota del 20,35%), la contribuzione complessiva IVS nel 2023 arriva a quota 29,90%, così da avvicinarsi all’obiettivo finale del 32,3% stabilito dalla legge.

Retribuzione di riferimento e sgravi

La retribuzione di riferimento per il calcolo dei contributi da versare per i lavoratori agricoli a tempo indeterminato e determinato è pari al salario contrattuale, prendendo in considerazione un minimale giornaliero che per il 2023 è stato fissato in 48 euro al giorno.

Nel caso in cui la paga superi la prima fascia di retribuzione pensionabile, pari 52.190 euro nel 2023, l’aliquota contributiva a carico degli operai viene aumentata di un punto percentuale.

Per i piccoli coloni agricoli e i compartecipanti familiari, la retribuzione di riferimento rimane, invece, quella dei salari medi convenzionali determinati ogni anno per ciascuna provincia.

Riduzione oneri sociali e agevolazioni per territori svantaggiati

Anche per il 2023 sarà applicata la riduzione degli oneri sociali (ex legge 266 del 2005 e 388 del 2000), secondo cui le aziende agricole che versano lo 0,43% per gli assegni familiari una riduzione della contribuzione pari allo 0,03% per la tutela della maternità e del 1,34% per la disoccupazione.

Inoltre, nei territori considerati particolarmente svantaggiati (ex montani) e in quelli classificati come svantaggiati rimangono in vigore le agevolazioni della legge 191/2009, che stabilisce una riduzione del contributo complessivamente dovuto dal datore di lavoro pari al 75% per i primi e del 68% per i secondi.