Criptovalute: nuova truffa da 40 mila euro
Il mondo delle criptovalute continua purtroppo a far parlare di sé, ma non per vicende positive. Nel Verbano infatti un utente che credeva di aver investito in criptovalute, si è ritrovato ad essere truffato per 40 mila euro. Cresce la preoccupazione per il settore: vediamo come difendersi in questi casi.
Quando si investe in criptovalute bisogna prestare molta attenzione, in quanto non si sa mai i soldi dove siano andati effettivamente a finire. E’ molto probabile anzi che il denaro possa finire nelle mani di malviventi che hanno la volontà di truffare il prossimo. E’ quanto capitato ad un uomo del Verbano, che convinto di aver investito 40 mila euro in monete digitali, ha invece finanziato la malavita.
Approfondiamo la vicenda e vediamo come difendersi da queste truffe.
Cripto: truffato da un annuncio Facebook
La storia che vi stiamo per raccontare è molto interessante ma allo stesso tempo deve far capire la pericolosità del mondo delle monete digitali. Un uomo di Verbania ha infatti risposto ad un annuncio su Facebook, il quale proponeva soldi facili a fronte però di un investimento importante. L’uomo è stato in seguito contattato da un broker, che ha guidato l’uomo all’ultimazione dell’investimento.
Dopo alcuni passaggi poco chiari, l’uomo ha richiesto le poche centinaia di euro investiti, ma il broker ha chiesto una somma vicina ai 40 mila euro per ottenerli. Dopo aver effettuato i bonifici ovviamente l’uomo ha capito di essere stato truffato. I due malviventi sono stati rintracciati e arrestati.
Cripto: i consigli degli esperti per essere sicuri
Vediamo quali sono i consigli delle forze dell’ordine per evitare di cadere in truffe come quella sovra esposta.
- non sarà mai l’istituto di credito a contattare (via email, sms, telefono o sui social-network) per chiedere codici personali (come password, codici di accesso ai servizi online, numeri delle carte di pagamento). Solamente se sarà il cliente a contattare il numero verde della banca, per assistenza o operazioni, potranno essere richiesti i dati per l’identificazione;
- nelle comunicazioni la banca non inserisce mai link a pagine o applicazioni esterne in cui sia richiesto l’inserimento di codici personali;
- gli aggiornamenti delle App avvengono sempre e solo attraverso gli store ufficiali;
- anche se in apparenza scrive la banca, potrebbe trattarsi di una falsa comunicazione. Può sembrare infatti (cosiddetto attacco “spoofing”) che l’email o sms provenga da un mittente di cui ci si fida, incluso il proprio istituto di credito. Occorre prestare molta attenzione perciò non solo al mittente ma anche al contenuto e ai dettagli del messaggio, che ad esempio spesso contengono errori di ortografia;
- è bene sempre diffidare comunque di Istituti di Credito sconosciuti, soprattutto se appartenenti a circuiti esteri, o di cui non si ha una adeguata conoscenza, specie nel campo degli investimenti azionari o in cripto-valute che in questo periodo sono molto diffuse.