Decreto Concorrenza: cosa cambia?
E’ stato ufficialmente approvato il decreto Concorrenza, che porterà delle grandi novità su moltissimi fronti: dai servizi pubblici alle concessioni idroelettriche, passando ovviamente anche per i famosi stabilimenti balneari. Vediamo tutte le novità del decreto nel seguente articolo.
Il decreto Concorrenza ha superato il primo round al Senato, operazione dall’esito non scontato, al punto che il premier Draghi si era raccomandato con la Presidente Casellati circa il buon esito della votazione. Le novità che il decreto andrà ad introdurre sono moltissime, riguardanti moltissimi ambiti. I voti favorevoli raccolti sono stati 180, con 26 contrari ed un solo astenuto.
I numeri fanno ben sperare anche per la definitiva approvazione, che è prevista per metà Luglio o inizio Agosto.
Decreto Concorrenza: su quali aspetti è stata raggiunta l’intesa?
Vediamo in primis quali sono i punti su cui le parti politiche hanno raggiunto un’intesa nella giornata di ieri al Senato. In primis è bene trattare il tema più tosto, ossia quello delle concessioni balneari. E’ stato pattuito che l’assegnazione a partire dal gennaio 2024 avverrà solamente tramite delle apposite gare d’appalto e non più seguendo i metodi attuali.
Il bando potrà essere fatto slittare solo in presenza di ragioni “oggettive, e connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa”. A titolo di verifica del corretto funzionamento delle gare, il governo dovrà redigere due relazioni nel 2024.
Servizi pubblici e concessioni idroelettriche: le altre novità
Vediamo ora quali sono le altre novità che andrà ad introdurre il decreto Concorrenza. Per le concessioni idroelettriche, il termine entro cui dovranno essere avviate le procedure di assegnazione slittano al Dicembre 2023. Qualora le concessioni dovessero avere una scadenza precedente al 31 Dicembre 2024, le regioni possono prorogare la scadenza per ulteriori tre anni.
Riguardo ai servizi pubblici è stato tagliato l’obbligo a capo degli enti locali di giustificare con anticipo la scelta di ricorrere alla gestione in-house.