Decreto energia: Confindustria polemica verso le decisioni del governo
Il principale esponente del tessuto industriale italiano, Confindustria, fa sentire la propria voce in merito alle decisioni prese dal governo per far fronte all’emergenza energetica. Secondo Confindustria le misure sarebbero insufficienti, in quanto peccano di modifiche strutturali al sistema.
Il tanto atteso decreto energia è stato fortemente criticato da Confindustria, in quanto non consente di andare a modificare a fondo il sistema della gestione energetica in Italia. Seppur il nostro è un paese che gode di scarse risorse energetiche, si poteva effettivamente fare di più?
Cerchiamo di fare chiarezza sulla vicenda, analizzando le misure approvate e le reali condizioni del sistema energetico.
Confindustria: come sarebbe dovuto essere il decreto energia?
Vediamo come sarebbe dovuto essere, secondo Confindustria, il decreto energia approvato nei giorni scorsi dal governo. In primis, stando a quanto riportato, il primo punto doveva essere modificare a fondo il sistema delle accise. Queste infatti coprono più della metà del prezzo al litro dei carburanti, andando a pesare eccessivamente sugli italiani.
Nella nota, Confcommercio si esprime così a riguardo: “Certo, è una misura rinnovabile nel tempo, ma l’effetto sul prezzo finale al consumo è ben inferiore agli aumenti in corso. Non si possono continuare a pagare accise sulla crisi di Suez del 1956 o sulla ricostruzione dell’alluvione di Firenze del 1966, per limitarsi ad alcuni esempi di un lungo elenco”.
Decreto energia: critiche anche al sistema di rateizzazione
Ad essere stato oggetto di forti critiche è anche il sistema di rateizzazione delle bollette, proposto dal governo, ed approvato di recente con il decreto energia. In particolare, viene criticato il fatto che il meccanismo sia limitato ai soli mesi di Maggio e Giugno per le imprese, quando in verità gli effetti si faranno sentire per lunghissimo tempo.
Confindustria inoltre ha sottolineato quanto sarebbe stato più funzionale ed importante porre un tetto limite al prezzo dell’energia e dei carburanti, così come sta avvenendo in molti altri Stati dell’Unione Europea.