Dichiarazione dei redditi 2022: cosa succede in caso di errori o omissioni

Luca Paolucci
  • Laurea in Economia e Management
  • Laureato in Management Internazionale
05/06/2022

La Dichiarazione dei redditi 2022, come avviene ogni anno, va presentata entro una determinata scadenza. La normativa in vigore, tuttavia, consente di ovviare all’eventuale mancanza entro 90 giorni, prima di incorrere nelle sanzioni. Vediamo insieme cosa si rischia.

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Cosa succede se non si presenta la Dichiarazione dei redditi entro le scadenze prestabilite?

Il legislatore ha definito un meccanismo sanzionatorio per gradi, che può andare dalle multe fino alla reclusione, che si attiva sia in caso di mancata presentazione del documento che qualora vengano omessi importanti dati o informazioni reddituali.

Vediamo nel seguente articolo quali sono i rischi in cui si può incorrere.

Dichiarazione dei redditi 2022: le scadenze

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La scadenza per la presentazione della Dichiarazione dei Redditi varia in base alla tipologia di documento prescelto:

  • chi ha optato per il modello 730, anche precompilato, ha tempo fino al 30 settembre 2022 per trasmettere la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate (ricordiamo che quest’anno la messa a disposizione del modello 730 precompilato online ci sarà a partire dal 23 maggio e non dal 30 aprile, come invece avvenuto negli scorsi anni):
  • chi invece ha scelto il modello Redditi Persone Fisiche ha tempo fino al 30 novembre 2022 per trasmettere il documento (il termine ultimo del 30 novembre è valido anche per i modelli Redditi Società di Capitali, Redditi Società di Persone e Redditi Enti non commerciali).

La Dichiarazione dei redditi viene definita omessa se:

  • le imposte evase superano i 50.000 euro;
  • non viene presentata entro 90 giorni dalla scadenza.

Sanzioni e conseguenze

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In caso di Dichiarazione dei redditi omessa si va incontro a pesanti sanzioni amministrative e penali.

La sanzione amministrativa parte da un minimo del 120% ad un massimo del 240% dell’ammontare delle imposte dovute (con un’imposta minima dovuta pari a 250 euro). Qualora non siano dovute imposte è prevista una sanzione compresa tra 250 e 1.000 euro, che può essere aumentata fino a raddoppiare nei confronti dei soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili.

La sanzione penale, invece, scatta nel caso in cui le ritenute non versate siano superiori a 50.000 euro. Il decreto Fiscale 2020, infatti, ha introdotto la reclusione:

  • da un minimo di un anno e sei mesi ad un massimo di quattro anni per chi evade le imposte sui redditi e non presenta le dichiarazioni relative per imposte evase superiori a 50.000 euro;
  • da un minimo di un anno e sei mesi ad un massimo di quattro anni per chi non presenta la dichiarazione di sostituto d’imposta, sempre quando la somma evasa supera i 50.000 euro.