Dipendenti pubblici in smart working: in arrivo rimborsi luce, gas e internet?
Potrebbero arrivare presto novità importanti per i dipendenti della Pubblica Amministrazione che operano o hanno operato negli scorsi mesi in smart working. L’Aran starebbe infatti lavorando alla possibilità di richiedere dei contributi statali per coprire le spese legate a luce, gas e internet: vediamo meglio i dettagli della proposta.
L’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, è al lavoro per presentare al Governo una proposta che conterrebbe la possibilità per i dipendenti pubblici in smart working di ricevere degli indennizzi volti a coprire le spese sostenute per luce, gas, connessione a internet e l’eventuale affitto di una postazione in co-working.
Vediamo nel dettaglio come potrebbero funzionare i rimborsi e quali sarebbero i lavoratori interessati.
Smartworking: proposta di un rimborso per i dipendenti pubblici
I dipendenti pubblici che lavorano o hanno lavorato in smart working potrebbero presto beneficiare di un rimborso volto a coprire le spese sostenute per le bollette di luce e gas, per la connessione internet e per un eventuale affitto di una postazione in co-working.
La proposta, su cui sta lavorando l’Aran, dovrebbe arrivare sul tavolo del Governo nei prossimi giorni: gli eventuali incentivi, infatti, dovrebbero essere finanziati dalle amministrazioni sulla base dei risparmi legati proprio allo smartworking (si pensi, ad esempio, a quelli relativi ai costi di trasporto).
Le possibili somme erogabili non sono ancora note ma probabilmente varieranno in base all’amministrazione a cui fa riferimento il dipendente.
Rimborsi dipendenti pubblici: come funzionano
Ma come verrebbero assegnati i rimborsi?
L’Aran avrebbe pensato ad un sistema meritocratico legato alla qualità del servizio erogato dal dipendente pubblico in smart working: un punto, questo, su cui ci sarà sicuramente da discutere per evitare che un eventuale sistema di controllo delle performance possa trasformarsi in un’arma a doppio taglio, andando ad escludere dal beneficio una parte importante dei lavoratori in modalità agile.
Ad essere penalizzati sarebbero soprattutto gli statali che non lavorano a orario fisso ma a fascia oraria: questi ultimi potrebbero essere quelli più in difficoltà nel raggiungere gli obiettivi minimi prefissati.