Direttiva UE Case Green: chi è escluso dall’obbligo?

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
01/04/2023

Sono previste delle deroghe all’obbligo di adeguamento energetico degli edifici immobili previsto dalla Direttiva UE Case Green. Vediamo insieme chi è escluso.

world-habitat-day-model-house-on-hand

La Direttiva UE Case Green impone un obbligo di adeguamento energetico degli edifici immobiliari con l’aumento della classe energetica entro il 2030. Tuttavia, numerose deroghe sono previste fin dalla norma primaria e anche dagli Stati membri dell’Unione Europea nel recepimento nazionale della direttiva.

Vediamo insieme chi è escluso dall’obbligo di adeguamento energetico.

Direttiva UE: le deroghe all’obbligo case green

world-habitat-day-close-up-picture-of-a-pile-of-coins-and-a-model-house-min

Almeno 4 milioni di edifici in Italia possono derogare dall’obbligo di adeguamento energetico, ossia il 30% di tutti gli immobili potenzialmente interessati dalla riqualificazione energetica.

Gli esclusi dall’obbligo

La maggior parte di questi edifici (circa 3 milioni) rientra nelle categorie previste dalla Direttiva UE, poiché si tratta di edifici storici. Inoltre, altre deroghe sono previste per le case vacanza o le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno in base al consumo energetico, i fabbricati indipendenti con una superficie coperta inferiore a 50 mq, l’edilizia sociale pubblica, gli edifici di interesse storico, i luoghi di culto e gli edifici vincolati e ricadenti in zone vincolate.

Gli Stati membri dell’UE possono anche disapplicare gli obblighi per edifici adibiti a luogo di culto e svolgimento di attività religiose, fabbricati temporanei con utilizzo non superiore a 2 anni, siti industriali, officine, depositi, edifici di servizio non residenziali a bassissimo fabbisogno energetico e di riscaldamento o raffrescamento, stazioni di approvvigionamento infrastrutturale, edifici agricoli non residenziali utilizzati in settori disciplinati da accordi nazionali di settore sulla prestazione energetica, edifici residenziali utilizzati meno di 4 mesi l’anno oppure con un consumo energetico inferiore al 25% di quello presunto annuo e fabbricati indipendenti con superficie calpestabile totale entro i 50 metri quadri.

La situazione in Italia

In Italia, circa il 74% delle abitazioni (11 milioni) si trovano in classe energetica inferiore alla D, di cui solo il 15,9% è già in classe E. I costi stimati per l’adeguamento degli impianti di riscaldamento e di produzione energetica da fonti rinnovabili per unità immobiliare vanno da un minimo di 20mila euro fino a un massimo di 80mila euro.

Il calendario di adeguamento

Il calendario di adeguamento della prestazione energetica varia a seconda del tipo di edificio e prevede zero emissioni per i nuovi edifici pubblici dal 2026, la classe E/F per gli edifici non residenziali/pubblici entro il 2027, tecnologie solari per tutti i nuovi edifici entro il 2028, zero emissioni per i nuovi edifici residenziali dal 2028, la classe D/E per gli edifici non residenziali/pubblici entro il 2030 e la classe E per gli edifici residenziali