Energia: stop al gas russo

Mattia Anastasi
  • Dott. in Economia Aziendale con curriculum Manageriale
05/04/2022

I recenti sviluppi del conflitto russo, con gli orrori scoperti nelle zone liberate prossime alla capitale Kiev, causeranno un quinto pacchetto di sanzioni contro Mosca. Lo scenario più probabile è che si vada verso l’embargo totale nei confronti del gas russo: quali sarebbero gli effetti per l’Italia e per l’UE?

Gas

Dopo il massacro scoperto a Bucha, piccola e tranquilla cittadina dell’Interland di Kiev, in cui sono state scoperte fosse comuni e molti altri orrori, l’Italia e l’Europa sembrano essere allineati verso un nuovo pacchetto di sanzioni da applicare alla Russia. Tra le principali conseguenze vi sarebbe l’embargo al gas russo.

Cerchiamo di fare chiarezza a riguardo, analizzando quali potrebbero essere le conseguenze a livello energetico per l’Italia e per l’Unione Europea.

Guerra in Ucraina: stop al gas russo dopo gli orrori di Bucha

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Sembra essere in arrivo il quinto pacchetto di sanzioni da applicare alla Russia, per volontà dell’Unione Europea e con il benestare degli Stati Uniti. In Italia la maggioranza è quanto mai compatta nel chiedere a gran voce di interrompere la fornitura di gas, in favore di vie alternative, tra cui quelle sostenibili.

Letta del PD è quello a prendere la posizione più netta, seguito però anche dal Ministro degli Esteri Di Maio che ha dichiarato: “Non escludiamo che nelle prossime ore ci possa essere un dibattito sul tema dell’import di idrocarburi dalla Russia”.

Stop al gas russo: quali conseguenze per l’Italia?

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Ci si chiede quali saranno le conseguenze per l’Italia nel caso di un’applicazione dell’embargo contro la Russia per quanto riguarda la fornitura di gas. Il Ministro Cingolani si è mostrato non eccessivamente preoccupato da un tale scenario:

“I primi mesi non sarebbero critici, perché abbiamo riserve non grandissime ma sufficienti ad affrontare i prossimi mesi, anche con la prossima stagione in arrivo”.

La preoccupazione riguarda in particolare il prossimo inverno 2022-2023, dove solitamente il fabbisogno di gas è nettamente superiore. Una delle vie percorribili è quella di stringere nuovi accordi con altri fornitori, in primis gli USA.