Fringe benefit 2022: cos’è e di quanto è aumentato

Rachele Luttazi
  • Esperta in welfare e bonus
  • Laurea Magistrale in Economia dell'Ambiente e della Cultura
12/11/2022

Si parla molto in questi giorni di fringe benefit in seguito alla notizia dell’aumento della soglia da 600 euro a 3mila euro inserito nel decreto Aiuti quater. Ma cosa sono? Scopriamolo insieme.

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Il Decreto Aiuti quater ha innalzato la soglia massima di fringe benefit da 600 euro a 3mila euro fino al 31 dicembre, diventando una sorta di “mensilità in più” per i dipendenti delle imprese private.

A tal proposito, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha dichiarato:

Questo consentirà entro il 31 di dicembre ai datori di lavoro di poter intervenire per poter sostenere lavoratori e lavoratrice attribuendo loro delle somme a ristoro delle spese per l’energia e altre utenze domestiche.

Ma cos’è il fringe benefit? Scopriamolo insieme.

Fringe benefit: di cosa si tratta

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Con fringe benefit si fa riferimento a quei benefit che fanno parte del welfare aziendale e che le aziende non erogano ai dipendenti sotto forma di denaro ma con beni e servizi. Si tratta di una sorta di bonus che non viene tassato né per le aziende, che lo deducono dal proprio reddito imponibile, né per i dipendenti. A erogarlo possono essere solamente le aziende del settore privato

Il governo Draghi aveva già alzato la soglia di questi “bonus” da 258,23 euro all’anno a 600, con il decreto Aiuti bis, aggiungendo anche il pagamento delle utenze domestiche (acqua, gas e luce) alle finalità per cui si poteva erogare il fringe benefit. In questo modo, per la prima volta i dipendenti potevano ricevere fino a 600 in un anno per pagare le bollette.

Con il decreto Aiuti quater, la soglia è stata innalzata a 3 mila euro fino alla fine dell’anno.

Come fare domanda

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L’erogazione del fringe benefit non è un obbligo per le aziende; infatti, sono i datori di lavoro a scegliere se farlo e in tal caso deve richiedere al proprio dipendente le fatture delle bollette pagate. Altrimenti, è sufficiente un’autocertificazione in cui si indicano informazioni come il numero di utenza, l’importo pagato, le modalità di pagamento e la data.

Per evitare che per le stesse bollette venga richiesto a più datori di lavoro il fringe benefit, è responsabilità proprio dei datori di lavoro richiedere anche un documento apposito: una dichiarazione che dice esplicitamente che le fatture indicate non sono state già usate per richiedere altri rimborsi.