Global Minimum Tax: cos’è e chi riguarda
Il prossimo Consiglio dei Ministri italiano, in programma il 16 ottobre, discuterà l’implementazione della global minimum tax, parte di una riforma fiscale globale promossa dall’OCSE. Questa imposta al 15% riguarderà aziende con un alto fatturato e mira a combattere l’evasione fiscale su scala globale, con l’Italia pronta a seguire la roadmap dell’Unione Europea per introdurla.
Il prossimo Consiglio dei Ministri del 16 ottobre si preannuncia cruciale, con l’approvazione del Documento Programmatico di Bilancio e la discussione del decreto legislativo che porterà in Italia la global minimum tax dal 1° gennaio 2024.
Questa imposta, parte di una riforma fiscale globale promossa dall’OCSE, avrà un impatto significativo sulle aziende multinazionali e nazionali con un alto fatturato consolidato. Vediamo in dettaglio cos’è questa global minimum tax e le ragioni della sua introduzione.
Dal contesto globale alla concretizzazione locale
Per comprendere appieno l’importanza di questa iniziativa, è necessario fare un passo indietro. Dopo anni di negoziati, 139 paesi membri dell’OCSE e del G20 hanno concordato su una riforma fiscale globale basata su due principi chiave.
Il primo pilastro mira a tassare le grandi aziende multinazionali non solo nel paese in cui hanno sede legale, ma anche in quelli in cui generano profitti, se il loro fatturato supera i 20 miliardi di euro e la redditività supera il 10%.
Il secondo pilastro prevede un’imposta minima effettiva del 15% per le grandi multinazionali con un fatturato globale superiore a 750 milioni di euro, al fine di ridurre l’evasione fiscale e gli spostamenti di profitti.
Ruolo chiave dell’Unione Europea
Il percorso per passare da una dimensione globale a una locale ha richiesto una tappa significativa nell’Unione Europea. Alla fine del 2022, è stata adottata una direttiva che chiede l’implementazione dell’imposta minima per le grandi aziende nei paesi membri.
L’UE ha elaborato un piano di attuazione basato sul modello globale, apportando alcune modifiche significative, tra cui l’estensione delle regole a gruppi nazionali con un fatturato globale di almeno 750 milioni di euro e l’imposizione supplementare per le imprese situate in paesi con bassa tassazione fiscale.
L’Italia si prepara all’implementazione
Gli Stati membri hanno tempo fino alla fine dell’anno per definire le regole di attuazione della global minimum tax, partendo dalla traccia europea.
L’Italia si sta preparando ad attuare tali norme attraverso l’approvazione del decreto legislativo che implementa la direttiva del Consiglio datata 14 dicembre 2022.
La consultazione pubblica si è chiusa il 1° ottobre, e si prevede che nel Consiglio dei Ministri di lunedì verrà presentato il testo definitivo, che potrebbe essere stato modificato o integrato in base ai feedback ricevuti.
In generale, saranno istituite tre imposte: l’imposta minima integrativa (IIR), l’imposta minima suppletiva (UTPR) e l’imposta minima nazionale (QDMTT).