Isopensione 2023: cosa cambia con il Milleproroghe?
Il Decreto Milleproroghe ha esteso fino al 2026 la possibilità di accedere all’isopensione, un’opzione pensionistica che consente di andare in pensione con sette anni di anticipo. Vediamo insieme se sono state introdotte delle modifiche.
Il Decreto Milleproroghe ha esteso fino al 2026 la possibilità di accedere all’isopensione, un’opzione pensionistica che consente di andare in pensione con sette anni di anticipo, purché siano soddisfatti i requisiti necessari e solo con l’accordo sindacale.
L’isopensione è stata introdotta come misura sperimentale nel 2018 dalla Legge Fornero, prorogata fino al 2023 dalla Manovra 2021 e ora prolungata fino al 2026 dal Milleproroghe di quest’anno. Ma il decreto ha introdotto delle modifiche all’isopensione? Vediamo insieme.
Isopensione, prorogata fino al 2026
Il Decreto Milleproroghe ha prorogato l’isopensione fino al 2026. Stiamo parlando della forma di pensionamento anticipata secondo cui l’azienda deve versare all’INPS le somme necessarie per coprire l’assegno sostitutivo della pensione insieme alla contribuzione figurativa accantonata per la pensione.
Isopensione: a chi spetta
L’isopensione è destinata ai dipendenti che maturano i requisiti minimi contributivi e anagrafici per la pensione di vecchiaia o anticipata entro sette anni dalla cessazione del rapporto di lavoro concordata. I lavoratori possono utilizzare l’isopensione per andare in pensione sette anni prima, a patto che soddisfino i requisiti di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne, con finestra mobile di tre mesi, e che la pensione di vecchiaia sia prevista a 67 anni con almeno 20 anni di contributi.
Quali aziende sono coinvolte
Fino al 2026, i datori di lavoro con più di 15 dipendenti e in presenza di eccedenze di personale possono stipulare accordi ad hoc con le organizzazioni sindacali per incentivare l’esodo dei lavoratori anziani attraverso l’isopensione. Questa misura si è dimostrata non molto richiesta poiché a carico dell’azienda, ma consente comunque di gestire gli esuberi con un costo inferiore rispetto alla prosecuzione ordinaria del rapporto di lavoro, offrendo al lavoratore la possibilità di andare in pensione prima.
Pensione anticipata di tre anni
Per i lavoratori coinvolti in un piano di staffetta generazionale, è possibile anche la pensione anticipata di tre anni prima dei requisiti Fornero, nel contesto di un Fondo di solidarietà bilaterale e a fronte dell’assunzione di giovani fino a 35 anni, per almeno 36 mesi e con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, rispettando i limiti anagrafici.
Infine, per i lavoratori che mancano al massimo 36 mesi dalla pensione di vecchiaia o anticipata, è possibile applicare un programma di staffetta generazionale che prevede la riduzione dell’orario di lavoro per consentire l’assunzione contemporanea di giovani. L’attivazione di questa opzione richiede un accordo consensuale siglato tramite sindacati o rappresentanti collettivi e il finanziamento del trattamento di accompagnamento a pensione a carico del datore di lavoro.